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Tutti i privilegi degli onorevoli sulle pensioni di reversibilità

Il trattamento di favore per i politici: a parità di contributi versati alla Camera l'assegno è più alto. Regole più permissive per estenderlo ai familiari dopo il decesso

Tutti i privilegi degli onorevoli sulle pensioni di reversibilità

Di fronte alla morte siamo tutti uguali, di fronte alla reversibilità qualcuno è più uguale degli altri. Il catalogo dei privilegi dei parlamentari è così ampio che nonostante le tante sfoltite sull'onda dell'antipolitica, spunta sempre fuori un cono d'ombra in cui si annida un trattamento di favore. Ora è il turno della reversibilità: si scopre che quelle dei deputati della Camera sono erogate con particolare generosità. Su 9,9 milioni di assegni pensionistici Inps, 1,4 milioni sono di reversibilità, cioè il 14,5%. Alla Camera invece su 2.106 assegni, le reversibilità sono 642, il 30,4%, cioè più del doppio. E costano 25 milioni l'anno.

La rivelazione arriva nel bel mezzo di un penoso dibattito che ha visto il governo prima negare strenuamente l'evidenza di aver messo nero su bianco la possibilità di un taglio della reversibilità, poi smentire se stesso, sostenendo che si è trattato di un errore tecnico che sarà corretto.

In attesa di verificare che la nuova promessa sia mantenuta, i parlamentari di Alternativa Libera, il gruppo che si è staccato da M5S, hanno chiesto alla Camera di avere maggiori lumi sul sistema previdenziale dedicato ai deputati. Nei numeri, nonostante qualche reticenza, ci sono notevoli sorprese. In totale sono 2.106 gli assegni previdenziali erogati dalla Camera: 1.311 vitalizi a ex deputati col vecchio sistema, quello più generoso che permetteva di andare in pensione anche con una sola legislatura e ben prima dell'età imposta ai comuni mortali, 153 vitalizi pro rata (cioè erogati in base ai contributi effettivamente versati, dopo la riforma che ha cancellato una parte dei privilegi), 636 sono le reversibilità pagate ai fortunati eredi pagati col vecchio sistema e infine 6 che ricadono nel nuovo meno generoso. La Camera ha però rifiutato di fornire anche lo sbilancio, cioè la differenza tra l'ammontare dei contributi versati e dei vitalizi incassati, adducendo che il calcolo individuale sarebbe troppo lungo e complesso (in realtà il Giornale nello scorso maggio lo aveva fatto per molti parlamentari e aveva svelato le cifre incredibili portate a casa dagli onorevoli più anziani). «Nonostante i tagli - accusa Tancredi Turco, deputato di Alternativa Libera - emerge ora che le pensioni dei parlamentari sono comunque più generose, anche a parità di contributi versati, perché calcolate con un coefficiente più favorevole». Il divisore applicato dall'Inps per un comune cittadino di 60 anni è 21,475, quello applicato dalla Camera per un coetaneo deputato è 20,843. Il calcolo è complesso, ma è sufficiente sapere che più è alto il divisore più è bassa la pensione.

Sulla reversibilità il gioco è ancora più scoperto, la Camera ha reso più laschi i requisiti degli eredi raddoppiando così la platea di chi ha diritto a ricevere l'assegno. L'esempio più eclatante è quello dei figli: quelli del signor X riceveranno la reversibilità solo se studiano e comunque al massimo fino a che compiranno 26 anni. I figli dell'onorevole possono chiudere i libri e incassare comunque fino ai 26 anni. Il figlio del parlamentare ha il diritto all'ignoranza pagata. Del resto anche i genitori dei parlamentari sono più uguali: la reversibilità di solito spetta a padri e madri a carico con più di 65 anni e senza pensione. Per l'onorevole non ci sono limiti, basta che i genitori risultino a carico. Ecco spiegata l'abbondanza di onorevoli reversibilità. «Ma il vero trucco è che alla Camera basta una sorta di autocertificazione - incalza Turco - Abbiamo proposto di equiparare le pensioni dei parlamentari a quelle Inps ma il dibattito è fermo da mesi».

Twitter: giuseppemarino_

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