Politica internazionale

Il tycoon Thavisin nuovo premier. L'ex leader torna e viene arrestato

Dopo tre mesi di stallo e polemiche, la Thailandia ha finalmente un nuovo primo ministro. Il magnate immobiliare Srettha Thavisin, 61 anni, è stato eletto premier

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Dopo tre mesi di stallo e polemiche, la Thailandia ha finalmente un nuovo primo ministro. Il magnate immobiliare Srettha Thavisin, 61 anni, è stato eletto premier con 482 voti del Parlamento a Camere riunite, un'ampia maggioranza resa possibile dal sostegno compatto dei 250 senatori nominati dalla precedente giunta militare che un mese fa avevano posto un sostanziale veto ad un governo che includesse il Move Forward che pur aveva vinto le elzioni. Nel contempo, dopo 15 anni di autoesilio il leader del primo partito del nuovo governo, l'ex premier Thaksin Shinawtra, è tornato in patria nonostante debba in teoria scontare otto anni di reclusione. I due eventi, uno condizione per l'altro, risolvono l'impasse politica in cui il Paese era caduto dopo l'inaspettato trionfo del partito progressista Move Forward alle elezioni di maggio. A farne le spese è la chiara volontà di riforme espressa dalla popolazione, di fronte alla quale l'establishment conservatore ha fatto quadrato per preservare i suoi interessi.

La coalizione che sostiene Srettha alla Camera include partiti e personalità influenti del governo uscente, tra cui l'ex generale e vicepremier Prawit Wongsuwan, grande manovratore di palazzo. Il paradosso è che molti dei politici che hanno aderito alla coalizione erano nemici giurati di Thaksin fino a poco tempo fa, avendo estromesso il suo clan per tre volte dal potere negli ultimi 17 anni - due volte con un golpe e un'altra con l'ausilio della magistratura. Thaksin è rientrato nel Paese in quanto potente simbolo di questa nuova alleanza tra campi opposti. A 74 anni, manifestava da tempo il desiderio di tornare a casa ma ha aspettato di ricevere garanzie politiche che la sua condanna per corruzione, non lo costringerà al carcere, almeno non per un lungo periodo. Diversi osservatori politici prevedono che gli arresti domiciliari siano imminenti, non escludendo neanche una grazia reale.

Il 38% dei thailandesi - specie sotto i 40 anni - aveva votato per il Move Forward, che chiedeva tra l'altro la riforma della legge di lesa maestà e la limitazione dei poteri dell'esercito.

Richieste progressiste considerate inaccettabili in un Paese in cui il re è considerato semi-divino.

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