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"Uccidili", l'ordine della madre al figlio Istigava fuori dalle medie: denunciata

Bimbo picchiato. E vola pure un insulto razzista: «Negro di m...»

"Uccidili", l'ordine della madre al figlio Istigava fuori dalle medie: denunciata

Poco importa quale sia l'«origine» di quella mamma che ieri a Padova è stata denunciata per istigazione alla violenza dopo aver incitato il figlio 12enne a «picchiare più forte» dei ragazzini della sua stessa età: «Ammazzali tutti», ha inveito l'amorevole madre che - per la cronaca - è di «origine sinti», come riferisce il Corriere della Sera, dando conto di questa brutta storia.

Una vicenda resa ancora più squallida da una serie di ulteriori minacce pronunciate, davanti alla scuola, dalla dolce genitrice all'indirizzo degli insegnanti intervenuti per sedare la rissa: «Vi uccidiamo. Io e la mia famiglia veniamo a casa vostra e vi ammazziamo», il tutto condito da un ignobile «Sei un negro di m...», vomitato dal pargolo della gentildonna contro uno studente di colore: frase che la dice lunga sul tipo di educazione data al figlio da questa madre così civile. I media, nonostante la gravità del fatto, non hanno dato molto risalto alla notizia. E qui nasce un sospetto - sicuramente infondato -, ma pur sempre legittimo. E cioè: non sarà che il silenzio buonista è calato solo perché la protagonista in negativo è una madre di «origine sinti»? Una domanda malevola: se a pronunciare frasi tanto infami fosse stata una mamma italiana e le vittime dell'aggressione fossero state di «origine sinti», la notizia avrebbe trovato ben più spazio? La controprova non esiste, ma l'interrogativo resta.

Fatto sta che quanto accaduto l'altroieri nel cortile di una scuola media di Padova è gravissimo. I carabinieri confermano che «una madre 31enne, di origini sinti, dovrà rispondere del reato di istigazione alla violenza per aver incitato il figlio 11enne a picchiare i due compagni per vendicarsi di un presunto furto di un braccialetto».

Alle 8, prima dell'ingresso in classe, due 12enni che frequentano la seconda media trovano a terra un braccialetto. Entrati a scuola gli studenti consegnano subito l'oggetto a una professoressa per poterlo restituire al legittimo proprietario. Nel frattempo, un 11enne del primo anno si rivolge alla preside: «Qualcuno mi ha rubato il braccialetto» e subito dopo telefona alla madre per informarla del presunto furto. A questo punto la donna si precipita nell'istituto, cominciando ad inveire contro tutti, anche se nel frattempo il bracciale era stato recuperato e restituito al proprietario, escludendo l'ipotesi del furto. Quindi, tutto risolto pacificamente? Macché. Alle 13, dopo lo squillo dell'ultima campanella, la madre ha atteso il figlio all'uscita, ordinandogli di aggredire i presunti colpevoli con pugni e schiaffi. Le vittime sono un ragazzino padovano colpito a un occhio e un alunno di origini africane, percosso alla nuca. Nel caso di quest'ultimo a fare più male delle botte è stata certo quella frase vergognosa: «Sei un negro di m...».

Intanto la scuola si è già attivata per rafforzare il piano di «sensibilizzazione e prevenzione al bullismo». Un programma che sarà opportuno ampliare, comprendendo anche il bullismo di certi genitori.

Sicuramente più inquietante di quello dei figli.

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