Cronache

Uccise un ladro: beni congelati. Ma la toga non ha letto le carte

Bloccati 170mila euro a un imprenditore che sparò per legittima difesa. E lui presenta un esposto al Csm

Uccise un ladro: beni congelati. Ma la toga non ha letto le carte

Chissà come sarebbe andata la vita di Enrico Balducci se sulla sua strada avesse trovato un giudice come Angelo Mascolo, il gip di Treviso che un paio di giorni fa ha detto: «Questo Stato non è più nelle condizioni di garantire la sicurezza dei cittadini. D'ora in poi faccio da me: quando esco di casa mi metto in tasca la pistola». Invece, l'imprenditore condannato per aver sparato e ucciso un rapinatore e ferito il complice (nel 2010), ha incontrato giudici che in primo grado lo hanno ritenuto responsabile addirittura di omicidio volontario, perché aveva avuto ben 80 centesimi di secondo per rendersi conto che i due rapinatori, uno dei quali armato, avevano girato la moto per scappare. La condanna in seguito è stata riformata in omicidio preterintenzionale e Balducci, seppur incensurato, ha trascorso alcuni mesi in carcere e il resto della pena la sta scontando ai servizi sociali.

La prima beffa per l'imprenditore, ed ex consigliere regionale, è contenuta nella storia del rapinatore ferito. Donato Cassano, il giorno in cui con il complice di 23 anni è entrato nel distributore di benzina di Balducci a Palo del Colle (vicino Bari), aveva già rapinato un supermercato, pur essendo agli arresti domiciliari. In seguito, nonostante diversi tentativi di evasione, Cassano è tornato ai domiciliari ed è evaso nuovamente per uccidere un boss nell'ambito di una faida locale. Per questo reato, alla fine, è toccato il carcere anche a lui.

La seconda beffa, agli occhi di Balducci, arriva quando i familiari del rapinatore ucciso, Giacomo Buonamico, dopo aver incassato una provvisionale di 90mila euro alla fine del processo penale, si presentano a un tribunale civile per chiedere un risarcimento per «danno da perdita parentale» pari a un milione di euro. Balducci sparò tre colpi, uno solo andò a segno, colpendo i due ragazzi sulla moto. Buonamico, ferito, fu scaricato in mezzo alla strada e morì ore dopo in ospedale. A presiedere la causa c'è il giudice Oronzo Putignano che tenta una mediazione. Balducci offre di versare altri 50mila euro alla famiglia del morto, ma per il giudice non bastano. «Mi invitò allora a versare 120mila euro e io, - racconta ora Balducci - sotto la minaccia di un sequestro conservativo che avrebbe bloccato la mia azienda, che gestisce una serie di distributori e dà lavoro a 50 persone, mi dichiarai disponibile». Ma la famiglia del rapinatore non ci sta, troppo pochi i 120mila in aggiunta ai 90mila ricevuti. Il giudice allora procede con il sequestro: «Ma largheggia - accusa Balducci - e blocca beni per 170.000 euro. Io replico costituendo subito un libretto bancario per l'equivalente di quella somma, in modo da far bloccare i contanti e non l'azienda, e intanto faccio reclamo contro il sequestro che non era giustificato, non avendo io in alcun modo dato a intendere che avrei cercato di far sparire i miei beni, visto che in questi anni la mia dichiarazione dei redditi è addirittura aumentata». Il giudice Putignano però si risente dei toni del reclamo e in aula i toni salgono. Balducci e la sua difesa chiedono per quale motivo il giudice abbia invitato i Buonamico ad accettare 120mila euro ma poi ne abbia bloccati 170mila. «La replica del giudice davanti a otto testimoni - racconta Balducci - è stata incredibile, ha detto che quando aveva fissato la cifra di 120mila euro: Rimanga tra noi, tanto siamo tra intimi, non avevo letto le carte».

L'uomo condannato per essersi fatto giustizia da sé si sarebbe sentito dire che la giustizia «ufficiale», quella dello Stato, aveva agito un po' così, alla leggera, senza leggere le carte. «Questo è troppo: ho presentato un esposto al Csm contro il giudice. Ora probabilmente la sconterò nella causa per il risarcimento, ma non posso tacere». Spetterà al Csm valutare se il giudice abbia responsabilità. Ma i precedenti, le condanne severe da parte del Csm sono rare come neve ad agosto, non sono a favore di Balducci.

La giustizia è servita.

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