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Uccise un ladro in casa: «È legittima difesa»

Chiesta l'archiviazione del gioielliere che sparò a un albanese. Il pm: «Versione credibile»

Cristina Bassi

Milano «Ho sparato per proteggere la mia famiglia», aveva detto a caldo Rodolfo Corazzo dopo che nella sparatoria in casa sua era rimasto ucciso un rapinatore albanese, Valentin Frrokaj. Ora la Procura di Milano chiede che l'inchiesta sul gioielliere di Rodano, nel Milanese, venga archiviata. E riconosce: è stata legittima difesa. Si avvia alla chiusura una vicenda parallela a quella di Francesco Sicignano, il pensionato di Vaprio d'Adda che sparò a un ladro uccidendolo. Anche in questo caso i pm hanno chiesto l'archiviazione.

Il fascicolo su Corazzo era stato aperto subito dopo la rapina finita tragicamente dello scorso 24 novembre. Il commerciante era indagato dai pm Alberto Nobili e Grazia Colacicco per eccesso colposo in legittima difesa. Se il gip accoglierà la loro nuova richiesta, com'è probabile, Corazzo eviterà il processo. «È la fine di un incubo - ha dichiarato ieri -. Ringrazio la magistratura per la sensibilità e i carabinieri di Pioltello e di Monza che dopo quella sera sono passati innumerevoli volte sotto casa mia. Mia figlia? È ancora un po' scossa e spaventata nelle ore serali». Le due ore passate in balia dei tre rapinatori dalla famiglia, il gioielliere, la moglie e la figlia di dieci anni, furono di puro terrore. Corazzo era appena rientrato dal lavoro nella sua villetta dell'hinterland milanese. Dopo aver parcheggiato la moto in garage, venne assalito dai banditi che avevano il volto coperto da un passamontagna.

L'uomo è stato picchiato e trascinato dentro casa, dove si trovavano la moglie e la figlia. I rapinatori - i due complici di Frrokaj sono ancora ricercati - hanno prima preso il denaro nascosto in camera da letto. Poi hanno scovato in un'altra stanza alcuni gioielli, che il commerciante aveva negato di avere. Questa resistenza ha scatenato la furia dei banditi, che si sono accaniti sulle vittime. Hanno minacciato di uccidere tutta la famiglia e uno di loro ha afferrato la bambina, costringendola con la pistola a seguirlo all'ultimo piano per cercare altra refurtiva. A un certo punto Corazzo è riuscito a reagire e a sparare un colpo in aria con la sua Glock posseduta legalmente.

I tre (uno di loro potrebbe essere un basista italiano) sono scappati. Ma nella fuga hanno risposto al fuoco con due pistole appena rubate. In tutto sono stati sparati dieci colpi, sette dai rapinatori e tre dal commerciante. Uno di questi ha centrato al petto Frrokaj, uccidendolo. «Non volevo ucciderlo - aveva detto Corazzo subito dopo -, solo mandarli via. Mi urlavano che avrebbero mutilato mia figlia». Il 37enne albanese era un pericoloso latitante. Ergastolano condannato per omicidio, era evaso due volte. Le indagini dei carabinieri hanno convinto i pm che la versione del gioielliere fosse «compatibile» con i fatti accertati. Per questo hanno concluso che sia stata «legittima difesa». Soddisfatto il legale di Corazzo, Piero Prociani: «In questo modo - ha commentato - si restituisce dignità a una persona che ha tentato di difendere sé e la propria famiglia». L'avvocato ha ricordato però che i due complici di Frrokaj sono ancora in fuga. «Finalmente - commenta l'assessore lombardo al Territorio Viviana Beccalossi - la legittima difesa viene riconosciuta.

Mi auguro che questa richiesta d'archiviazione sia la prima di una lunga serie per fatti analoghi».

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