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Ue, i rigoristi del Nord non vogliono Gentiloni agli Affari economici

L'ex premier incontra la Von der Leyen. Ma l'Italia avrà una commissione di peso

Ue, i rigoristi del Nord non vogliono Gentiloni agli Affari economici

Se la deve vedere (dicono) con le resistenze dell'Olanda, ma la Germania (sembra) gli ha già strizzato l'occhio. Ventiquattro ore dopo la candidatura a commissario europeo - formalizzata dal governo nel suo primo consiglio dei ministri - Paolo Gentiloni si gioca la partita a Bruxelles dove si trova da ieri per sottoporsi all'esame. È la carta che l'Italia alza per provare a ribaltare i rapporti con l'Unione Europea in questi quattordici mesi particolarmente ostili. Con la caduta del governo gialloverde, l'Ue ha già mostrato apertura e disponibilità, ma è autentica? Molto dipende dal portafoglio che l'Italia riuscirà a strappare e che Gentiloni sarà chiamato a ricoprire.

Ieri mattina, l'ex premier ha avuto un incontro con il commissario europeo Ursula Von der Leyen. Gentiloni si è infatti presentato a palazzo Charlemagne per un colloquio, durato circa un'ora. Le fonti italiane assicurano che il clima è stato di «grande amicizia» e che, alla fine, «all'Italia verrà assegnato un dossier importante». C'è da crederlo dato che Gentiloni concorre da ex premier e da ex ministro degli Esteri. All'Italia spetta di fatto - in quanto paese fondatore dell'Unione - un ruolo di primo piano, ma la storia di Gentiloni, per la prima volta, può pesare e non poco. La speranza del governo è che Gentiloni possa sostituire il francese Pierre Moscovici (anche gli italiani hanno imparato a conoscerlo) agli Affari Economici. A spiegarne la rilevanza è Andrea Montanino, capo economista di Confindustria e già direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale. «Il commissario agli Affari economici è quello che sorveglia i conti degli Stati membri e che istruisce le pratiche che poi possono portare alla procedura d'infrazione». Procedura che l'Italia ha rischiato, nell'ultimo anno, ben due volte. «Il rischio però è di associare questo incarico alla procedura. Così si dimentica che il prossimo commissario agli Affari economici non avrà solo il compito di istruire dossier, ma anche quello di modificare le regole. Si sta andando verso un notevole ripensamento e sarà quel commissario a riscriverle» aggiunge sempre Montanino.

Non mancano però gli ostacoli. Chi non vede Gentiloni agli Affari Economici è il fronte rigorista del Nord. Tra le nazioni che lo compongono c'è l'Olanda che teme uno sbilanciamento dei portafogli economici verso i paesi del Mezzogiorno. Nel complesso gioco d'incastri, a favore di Gentiloni (ma forse non è sufficiente), potrebbe giocare la riconferma di un custode dell'ortodossia fiscale come il commissario all'euro, il lettone Valdis Dombrovskis. Da qui, l'ipotesi avanzata ieri dal Financial Times che Gentiloni possa andare alla Concorrenza. «E sarebbe un successo. Dato che quel commissario ha il potere diretto di comminare sanzioni alle imprese. In un momento storico, come quello attuale, che vede duellare i colossi americani e cinesi, la Concorrenza è rilevante» dice ancora Montanino. In Europa si crede tuttavia che la Concorrenza debba essere assegnata alla Francia. Emmanuel Macron la richiede con insistenza per la sua candidata Sylvie Goulard. La sensazione è allora che Gentiloni possa essere indicato come commissario al Commercio, altrettanto strategico dato che ha il potere esclusivo di firmare accordi con gli Stati che sono fuori dall'Unione. «Possiamo competere per tutte le caselle e andrebbe sfatato il pregiudizio che l'Italia sia la nazione che sfora sempre. Non è vero» conclude Montanino. Si deciderà tutto entro martedì.

E non andrà male.

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