Politica

Ue, sul glifosato scontro Commissione-parlamento

Gli eurodeputati: stop al diserbante, l'esecutivo vuol prolungare la licenza che scade a dicembre

Antonio Risolo

Scontro frontale tra Europarlamento e Commissione Ue sull'utilizzo del glifosato in agricoltura. Gli eurodeputati, infatti, hanno formulato tre richieste: eliminare subito l'uso domestico del glifosato ed entro la fine del 2022 quello agricolo; rendere pubbliche le valutazioni dei rischi da parte della Commissione Ue; far votare i Paesi dell'Unione sul rinnovo della licenza per il noto diserbante. La Commissione aveva proposto di rinnovare per dieci anni la licenza del controverso erbicida, licenza che scade il prossimo 15 dicembre.

Premesso che il 15 marzo scorso il comitato rischi dell'Echa (l'agenzia europea per le sostanze chimiche) ha classificato il «glifosato non cancerogeno» confermando le valutazioni di Efsa, Oms, Fao e altre agenzie internazionali, abbiamo raccolto il parere di Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

«La nostra posizione - dice Giansanti - è sempre stata a favore di un'agricoltura competitiva in un mercato sempre più globale. Detto questo, in Italia il glifosato è sempre stato utilizzato in maniera diversa. Noi lo usiamo soprattutto nei periodi autunnali, e con la massima precauzione, per preparare i letti di semina. Altrove impiegano il prodotto al momento del raccolto, come in Canada. Questo ci consente di abbattere i costi di produzione e di preparare terreni altamente rispettosi dell'ambiente. Insomma, quell'agricoltura conservativa che, tra l'altro, impedisce lo smottamento dei terreni nelle zone collinari. In ultima analisi, per gli agricoltori italiani il glifosato è uno strumento eccezionale in quanto consente di evitare il ricorso ad altri diserbanti davvero pericolosi. Ma - conclude Giansanti - noi ci battiamo da sempre sulla base di evidenze scientifiche certe».

Ancora più esplicito Renato Frontini, presidente di Terre Marche: «Stupefacente immaginare un contadino che si svegli al mattino e si diverta a inquinare la terra che poi darà da mangiare alla sua stessa famiglia e agli amici. Dobbiamo sfatare l'idea che l'agricoltore inquina. Per quanto riguarda il glifosato - aggiunge Frontini - autorevoli agenzie internazionali, Echa su tutte, hanno stabilito che non è cancerogeno, non mutageno, non tossico per la riproduzione e non genotossico. Ma c'è di più: proprio nell'agosto scorso l'Efsa (Authority europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito che il glifosato non rappresenta alcun rischio per la salute umana.

Tra l'altro è importante precisare che senza questo prodotto non si può fare agricoltura conservativa, una tecnica incentivata dalla stessa Unione europea».

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