Cronache

Umiliazioni e sevizie al compagno di classe: maxi condanna ai bulli

I due aguzzini sconteranno 8 anni e mezzo La vittima aveva vissuto 18 mesi da incubo

Umiliazioni e sevizie al compagno di classe: maxi condanna ai bulli

Torino Sono stati condannati ad una pena pesantissima i due bulli di Torino che per oltre un anno e mezzo hanno violentato e perseguitato un sedicenne, compagno di classe di uno dei due. Il tribunale di Torino ha stabilito che dovranno scontare otto anni e sei mesi, accusandoli di stalking, lesioni e violenza sessuale aggravata. Inoltre sono state comminate anche pene accessorie, tra cui l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e il divieto di esercitare qualsiasi attività pubblica all'interno delle scuole. Il risarcimento provvisorio a favore della vittima è invece di 10 mila euro.

I fatti, secondo quanto è emerso dalle indagini, si sono svolti tra il febbraio del 2013 ed il settembre dell'anno successivo. Quotidianamente la vittima, che nel periodo in cui si sono svolti i fatti aveva sedici anni, era stato costretto ad ubriacarsi e a mangiare escrementi di cane e lumache vive.

Inoltre i suoi aguzzini, che oggi sono maggiorenni, lo hanno molestato con un ombrello e costretto ad appartarsi con una prostituta in loro presenza. La vittima era un compagno di studi dei due imputati, più piccolo di loro, ma frequentavano la stessa scuola professionale in provincia di Torino. I tre, in un primo momento erano amici ma, ad un certo punto, il più piccolo - secondo l'accusa del pm Dionigi Tibone - aveva cominciato a essere preso di mira e a subire atti di bullismo sempre più pesanti. Dopo un lungo silenzio, durato oltre un anno e mezzo, il giovane è tornato a casa in lacrime dopo l'ennesima aggressione e, esasperato, ha raccontato tutto al padre, che lo ha accompagnato dalle forze dell'ordine.

Anche dopo la denuncia, i bulli hanno continuato le intimidazioni psicologiche: lo guardavano da lontano quando era a passeggio con la madre oppure lo aspettavano seduti su una panchina vicino a casa. Il pm aveva chiesto una condanna a otto anni per entrambi i ragazzi ma il tribunale ha inasprito la pena rispetto alla richiesta del magistrato. «Non è mai successo niente di tutto questo - hanno sostenuto all'inizio i due bulli -. Solo una volta siamo venuti alle mani durante un litigio per questioni sul calcio. Ma poi abbiamo fatto pace».

Una difesa debole, la loro, crollata sotto le indagini che hanno appurato l'anno e mezzo di inferno vissuto dal sedicenne, giorno dopo giorno, ricostruendo molti degli episodi di bullismo. «Questa è una sentenza esemplare che dà finalmente una risposta alle vittime di bullismo - ha commentato l'avvocato Giovanna Musone, che assieme alla collega Maria Rosaria Scicchitano, si è costituita parte civile per conto della vittima e della sua famiglia -. Penso sia una delle prime in Italia di questo tenore e credo mostri come la situazione per chi è vittima di violenze stia cambiando».

«Il mio assistito - ha proseguito il legale - ancora oggi non si è ripreso da quel biennio di violenze e soprusi. Anche solo dover ripercorrere quanto era successo durante il processo gli ha provocato ulteriori traumi». Ed infatti quando la vittima ha ricevuto la convocazione per il processo, è fuggito da casa.

I genitori erano disperati e si erano rivolti anche alla trasmissione «Chi l'ha visto»: il ragazzo non aveva retto alla notizia di dover rivivere la sua brutta storia in un'aula di Giustizia.

Commenti