Politica

La mossa dopo le unioni civili: "Ora concedeteci l'eutanasia"

Inizia oggi nelle commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali l'esame delle proposte di legge sul fine-vita, tra cui quella di iniziativa popolare presentata dall'Associazione Luca Coscioni. E il tema rischia di dividere ancora il Pd e la maggioranza

Fonte: Eutanasialegale.it
Fonte: Eutanasialegale.it

Mentre si riaccende la polemica con i Cattodem e gli alleati di Area Popolare, sulla volontà da parte del Pd, nell’ambito dell’iter alla Camera delle Unioni Civili che partirà giovedì, di presentare un ddl sulla riforma delle adozioni nel quale far rientrare dalla finestra la stepchild adoption bocciata dal Senato, c’è un altro fronte che si preannuncia caldo e che potrà riaccendere lo scontro fra parlamentari laici e cattolici. Quello delle proposte di legge sull’eutanasia, che oggi inizieranno ad essere esaminate, per la prima volta dopo oltre 30 anni, dalle commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali della Camera dei Deputati.

Tra queste c’è la proposta di legge di iniziativa popolare depositata dall’Associazione Luca Coscioni, presentata dopo aver raccolto, attraverso la campagna “Eutanasia Legale”, promossa dall’associazione con il contributo del radicale Marco Cappato, della moglie di Piergiorgio Welbi, Mina, ed altri, 67 mila firme per chiedere il “rifiuto di trattamenti sanitari” e “la liceità dell'eutanasia”. Proprio questo è infatti il titolo della proposta di legge in quattro punti che chiede il diritto del paziente maggiorenne e capace di intendere e di volere “di rifiutare l’inizio o la prosecuzione dei trattamenti sanitari” e i “trattamenti di sostegno vitale e/o terapia nutrizionale”. La proposta di legge chiede inoltre l’introduzione di responsabilità penali per i medici o il personale sanitario che si rifiutino di rispettare le volontà del paziente, la possibilità per i medici di praticare l’eutanasia senza incorrere in sanzioni e la possibilità per il paziente di stabilire preventivamente tramite un atto scritto l’applicazione dell’eutanasia qualora si trovi in uno stato di malattia terminale e incapace di intendere e di volere.

A Febbraio, sempre in Commissione Affari Sociali alla Camera, si era discusso proprio del testamento biologico. Le posizioni emerse nel dibattito relativo alle sette proposte di legge, avevano già evidenziato una divergenza di posizioni tra i vari schieramenti e all’interno dello stesso Pd. I deputati Dem, Burtone e Miotto, avevano infatti insistito sull’introduzione di un “diritto mite”, che fornisca soltanto linee guida e non regolamenti ogni singolo atto medico, mentre, sempre dal Pd, Vittoria D’Incecco, ha sottolineato la necessità del riconoscimento dell'idratazione e nutrizione artificiale come atto medico. Andando incontro quindi alla posizione delle colleghe cattoliche di Area Popolare e del Gruppo Misto, Paola Binetti ed Eugenia Roccella, che nelle rispettive proposte di legge hanno chiesto di mantenere alimentazione e idratazione fino al termine della vita, e quindi l’esclusione di questa pratica dalle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). Marisa Nicchi, di Sel, firmataria di un’altra proposta di legge sottolineava invece il “principio della morte con dignità e senza sofferenze”. Per i deputati di Sel deve essere garantita quindi la libertà di scelta da parte del paziente in applicazione dell’art.32 della Costituzione e coerentemente con le sentenze che coniugano il diritto alla salute con quello dell’autodeterminazione. A favore di un intervento sul tema del Parlamento al fine di colmare il vuoto normativo in materia, infine, ci sono i grillini, con la deputata del M5S, Giordano.

In occasione dell’inizio dell’esame alla Camera delle proposte di legge sull’eutanasia infine, in una lettera aperta, le compagne di Lucio Magri, Mario Monicelli, il figlio di Carlo Lizzani ed altri dell'associazione Luca Coscioni, hanno chiesto all’Istat di rendere noti ai deputati che iniziano oggi il dibattito, i numeri sui suicidi “aventi come movente la malattia fisica o psichica”. “Più di 1.000 degli oltre 3.000 suicidi che ogni anno si registrano in Italia”, secondo i firmatari della missiva.

Che da questi dati desumono che un terzo dei suicidi sarebbe evitabile “se per questi malati esistesse l'alternativa dell’eutanasia o del suicidio assistito”.

Commenti