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Dalla Val di Susa a Lecce le violenze antagoniste che la sinistra non vede

Bombe carta contro il cantiere della Tav, tre fermi. In Salento i No Tap feriscono un agente

Dalla Val di Susa a Lecce le violenze antagoniste che la sinistra non vede

Dal cantiere della Tav a Chiomonte, in Piemonte, al corteo contro il gasdotto Tap a Lecce, in Puglia, sono state ore di tensione e di violenza contro le forze dell'ordine da parte di centinaia di antagonisti e appartenenti ai centri sociali. Attacchi studiati, e che però sembrano non destare preoccupazioni nella sinistra, troppo impegnata a puntare il dito su un improbabile ritorno del fascismo in Italia.

Nel Torinese, a Chiomonte, il gelo e la neve non hanno fermato gli attivisti No Tav, la cui intenzione era quella di mettere in scena un'azione spettacolare che lasciasse il segno, dopo un lungo periodo di calma. Ogni anno, l'8 dicembre, in Val di Susa, gli attivisti festeggiano la Liberazione di Venaus, momento di rabbia e lotta che si consumò nel 2005 con i primi scontri con le forze dell'ordine. Razzi, bombe carta e assalto al cantiere, hanno caratterizzato una nottata di scontri con la polizia, che ha riposto con un lancio di lacrimogeni. La Digos ha atteso i militanti No Tav nei boschi, bloccando tre attivisti: due del centro sociale torinese di Askatasuna e uno del centro sociale Newroz di Pisa. Sono stati arrestati con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, travisamento e possesso ed esplosione di ordigni e materiali esplodenti. Tra loro uno dei leader No Tav, Umberto Raviola e Alice Scavone, il terzo è Cesare Cerulli.

Nel piano degli attivisti, era prevista una passeggiata di quattro chilometri lungo i sentieri ben conosciuti dal movimento, che da anni lotta contro il cantiere dell'Alta Velocità: un percorso notturno da Giaglione al cantiere. A metà strada, però, secondo il dispositivo organizzato dalla questura, è stato collocato un cancello di ferro, per sbarrare l'avvicinamento. I No Tav hanno quindi risposto con un attacco su più fronti, lanciando razzi a ripetizione e cercando allo stesso tempo di forzare la barriera di metallo tagliandola con un flessibile elettrico. I manifestanti si sono addossati al cancello, gettando sulle forze dell'ordine una pioggia di petardi da stadio e bombe carta. La polizia ha riposto con un lancio di lacrimogeni, per alleggerire l'assalto e disperdere i manifestanti. Nell'arco della serata ci sono state più ondate di attacchi e la guerriglia è durata per oltre due ore. È in questa fase che gli investigatori sono riusciti a bloccare i tre antagonisti, trovati in possesso di due tubi per il lancio di razzi pirotecnici - uno degli strumenti in uso da tempo da parte dei No Tav nelle battaglie contro il cantiere - e di una borsa piena di razzi.

Tafferugli e scontri violenti si sono verificati anche a Lecce, dove un centinaio di manifestanti hanno partecipato al corteo contro il gasdotto Tap. Al termine della manifestazione si sono scagliati contro le forze dell'ordine, lanciando petardi, pietre, cocci di vasi e bastoni, ferendo al volto un funzionario di polizia, che ha riportato una ferita lacero-contusa. Il corteo, formalmente preavvisato, al quale avevano preso parte circa 800 manifestanti, tra cui aderenti al movimento No Tap e all'area anarchica e antagonista, era partito da Porta Napoli terminando in piazza Libertini. Durante tutto il tragitto non c'erano stati problemi di ordine pubblico. Gli scontri quando un centinaio di persone, già note alle forze dell'ordine, si è staccato, dando origine ai disordini, per raggiungere la sede di Tap in via del Templari, sfondando il cordone di polizia. A quel punto le forze dell'ordine hanno effettuato una carica di alleggerimento.

Secondo quanto affermato dai No Tap, una cinquantina di manifestanti che si aggiravano vicino al cantiere sarebbero stati portati in Questura.

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