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Della Valle sconfessa i soci «Un errore vendere Italo»

Mr Tod's passa all'attacco: «Persa una grande occasione per dare al Paese un bellissimo segnale»

Della Valle sconfessa i soci «Un errore vendere Italo»

La compagine azionaria di Italo-Ntv non era poi così compatta al momento di deliberare la vendita al fondo americano Gpi della società ferroviaria. È quanto si comprende il giorno dopo, quando ormai il contratto sta per essere definitivamente siglato. L'azionista Diego Della Valle, «Mister Tod's» per il grande pubblico, è uscito allo scoperto con un comunicato stampa. «Era giusto quotare Ntv e il nucleo storico di imprenditori italiani sarebbe dovuto rimanere unito alla guida della società per controllarne lo sviluppo futuro, che si prospetta ottimo, e per governare la politica delle alleanze con partner internazionali del settore, indispensabili alla crescita», ha dichiarato. Una piena sconfessione delle dichiarazioni dell'ad Flavio Cattaneo, che proprio ieri sul Sole aveva sottolineato come non ci fosse stata «alcuna spaccatura» perché «tutti gli azionisti volevano massimizzare l'investimento».

Della Valle ha ricordato, a questo proposito, di essere rimasto fuori dal rinnovo del cda il mese scorso perché non gli era stata data «garanzia del mantenimento della guida della società da parte degli azionisti industriali italiani per un lungo periodo». L'industriale calzaturiero ha, in pratica, subodorato l'intenzione di disimpegnarsi da parte degli altri soci e si è allontanato. Così quando è arrivata l'offerta di Gpi, «abbiamo dovuto vendere anche il nostro pacchetto azionario per evitare di rimanere azionisti di minoranza e non influenti» anche se «l'Ipo sarebbe stata la cosa migliore da fare, una grande occasione per dare al Paese un bellissimo segnale».

Diego Della Valle, che sarà liquidato con 343 milioni di euro, sembra un po' puntare il dito contro l'ad Cattaneo e l'amico presidente Luca Cordero di Montezemolo (che pure erano favorevoli all'Ipo) e avallare le critiche del ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, sulla «fragilità» del capitalismo italiano.

Poiché i soci finanziari, Intesa e Generali, non potevano rinunciare alla massimizzazione del ritorno sull'investimento, occorre riflettere sulla stilettata di Montezemolo.

«Né quando eravamo in crisi né dopo ho visto avvicinarsi Fondi strategici o cose simili», ha detto polemizzando con Cdp (e dunque il Tesoro) che prima hanno volto lo sguardo altrove e ora dispensano lezioni di liberalismo.

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