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Il Vaticano apre all'islam E scatta l'allarme rosso per Francesco in Africa

Roma Il Papa è deciso: non vuole assolutamente rinunciare alla tappa nella Repubblica Centrafricana. E la sfida, lanciata anche a chi sconsiglia il viaggio per motivi di sicurezza, è doppia: oltre a voler abbracciare il popolo africano, Bergoglio ha annunciato di voler aprire il Giubileo proprio nella cattedrale di Bangui, capitale del Paese in crisi dopo la destituzione nel marzo 2013 del presidente cristiano Francois Bozizè da parte dei ribelli musulmani Seleka. Ma in Vaticano crescono i timori. E il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, braccio destro del Pontefice, fine osservatore geopolitico e diplomatico di lungo corso, frena. «Rimangono le tre tappe (Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana, ndr) ma per la tappa in Centrafrica si vedrà in base alla situazione sul terreno», ha detto il porporato in merito al viaggio di fine novembre. L'allarme per una possibile azione terroristica jihadista è serio. Secondo gli 007 europei riporta l'Huffington Post il rischio di un attentato è altissimo e bassa la capacità delle forze di sicurezza locali di prevenirlo. Il Papa sarebbe cosciente dei rischi, ma è determinato ad andare. A quanto si apprende anche la tappa a Nairobi, in Kenya, dal 25 al 27 novembre, è a forte rischio sicurezza. Tuttavia la sfida di Bergoglio è proprio questa: non cedere alla paura, non cadere nella trappola dei terroristi, non annullare né il viaggio in Africa né tanto meno il Giubileo della Misericordia.«Papa Francesco vuole parlare della misericordia e dell'amore di Dio anche ai popoli africani e a quelli più provati ha detto padre Federico Lombardi a Tv2000 per questo è nata l'idea di cominciare il Giubileo in Africa, oltre che a Roma. È un anticipo per un continente che ha estremamente bisogno». D'altra parte il primo viaggio del Papa in Africa è stato fortemente voluto da Jorge Bergoglio, determinato a confermare le tre tappe nonostante anche la Francia stia cercando di convincerlo ad annullare la visita a Bangui, rifiutandosi di mettere a disposizione le proprie truppe per garantire la sicurezza del Pontefice. Il Vaticano intanto tende la mano ai musulmani e lancia la sfida per il Giubileo: sia aperto anche agli islamici; «nel mondo lacerato dalla violenza, è il momento giusto per lanciare l'offensiva della misericordia», ha detto il cardinale Pietro Parolin in una intervista al giornale cattolico La Croix. «Si può capire che dopo gli attentati ci sono sentimenti di vendetta ma bisogna davvero combatterli. Il Papa vuole che il Giubileo serva alle persone per incontrarsi ha aggiunto - i musulmani possono essere coinvolti in questo Anno santo». «Come ha detto il Papa ha aggiunto il porporato - questo Giubileo avrà un facile collegamento con le religioni che professano la misericordia di Dio, e in particolare con l'Islam, dove uno degli appellativi di Dio è proprio quello di Dio misericordioso». «È molto importante ha detto da parte sua l'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola che gli islamici si facciano sentire, come stanno facendo. Non bisogna confondere queste frange estreme, ma l'Islam all'interno della sua storia deve anche lui maturare, ad esempio, la capacità di distinguere la dimensione religiosa da quella civile».

In un altro passaggio dell'intervista a La Croix sui raid aerei in Siria il segretario di Stato ha confermato la linea della legittima difesa contro «l'aggressore ingiusto» ma con l'appoggio della comunità internazionale.

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