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Vedi Napoli... e poi abbaia È la città più animalista

Un rapporto di Legambiente stila la classifica dei comuni ospitali con i quattrozampe. E, a sorpresa, il capoluogo campano ha la Asl migliore

Vedi Napoli... e poi abbaia È la città più animalista

Esce il IV rapporto nazionale «Animali in città» di Legambiente che l'ha ottenuto avvalendosi della collaborazioni di numerosi enti istituzionali (Comuni, Usl, ecc.).

«Con questo documento» dichiara la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni «vorremmo dare un concreto contributo alla crescita della corretta gestione dei milioni di amici a quattro zampe e dell'effettivo rispetto del loro benessere. Per far ciò, è evidente che le politiche del settore in Italia devono saper passare da una fase pioneristica, dove solo alcune realtà hanno saputo costruire esperienze positive, ad una in cui tali esperienze diventino patrimonio diffuso e pratica viva in tutto il Paese».

L'immagine (utopistica) di un rapporto che tenga conto delle esigenze umane e del benessere animale, vedrebbe la mancanza di randagismo canino, le anagrafi degli animali funzionanti e comunicanti fra di loro, la sterilizzazione delle colonie feline, gli spazi verdi per chi intende passeggiare con i propri quattro zampe, fino alle finezze quali i sovra o sottopassi per animali feriti o in difficoltà, in molte nazioni già attuati per anfibi, volatili con prole o specie che attraversano strade trafficate.

La fotografia scattata dal rapporto di Legambiente è sbiadita invece e vira verso un color seppia che evoca tempi lontani e ci riporta alla dura realtà di una nazione mediamente ancora arretrata e soprattutto caratterizzata da una geografia delle virtuosità che si potrebbe definire a pois più che a macchia di leopardo.

Per conoscere la situazione, Legambiente ha inviato uno specifico questionario agli enti interessati. Mediante le risposte ottenute, ha poi formulato una «pagella» e i punteggi mostrano la scarsità dei servizi di qualità offerti ai quattro zampe e la carenza di informazioni destinate ai due zampe (noi). Solo il 35% delle città del campione raggiunge un punteggio sufficiente (30 punti su 100), il 3,5% (Modena, Ferrara e Verona) raggiunge una performance buona e il 2,5% ottiene una performance ottima (Terni e Prato), mentre il restante 59% raccoglie punteggi decisamente insufficienti. Tra le Aziende sanitarie raggiungono una performance «sufficiente» 22 aziende su 74, pari al 30% del campione, mentre solo una raggiunge la performance «ottima», e sapete quale è? Napoli 1 Centro. Se qualche lettore ha indovinato gli regalo personalmente una bambolina, perché, di solito, Napoli non brilla per i servizi erogati a chi non ha la coda, figuriamoci a chi ce l'ha. E invece…

Il più grave dei problemi rimane quello dei cani vaganti e della gestione dei canili con relative adozioni, giudicata «fallimentare» e anche qui ci sono diversità enormi. Deve invece preoccupare tutti il fatto che solo due terzi dei comuni dichiari di sapere quante e quali siano le strutture autorizzate. Pessimi poi i dati sulla biodiversità e quindi sulla conoscenza degli animali selvatici che con l'uomo interagiscono. Qui è notte fonda.

Insomma nel grigiore di una giornata autunnale emerge qualche raggio di sole che invita a leggere attentamente questo interessante documento (scaricabile sul sito di Legambiente) e a rifletterci sopra.

Sempre che i politici abbiano tempo e voglia.

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