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Il paese-paradiso: zero verbali in 13 anni

A Venarotta l'ultima contravvenzione è del 2001. In lire

Il paese-paradiso: zero verbali in 13 anni

L'ultima multa? Staccata nel 2001. Quando l'euro era ancora una speranza e per un divieto di sosta bastavano 30mila lire. Storie da libro Cuore 2.0 quelle che si raccontano tra i vicoli di Venarotta, borgo di duemila anime cresciuto sui colli che cingono Ascoli Piceno. Fino a ieri famoso per i suoi vini, il paesino marchigiano s'è guadagnato in poche ore il titolo di patria degli automobilisti. Il miracolo l'ha fatto il sindaco Fabio Salvi, che presentando alcune misure in materia di viabilità ha svelato il segreto: «Qui da noi negli ultimi 13 anni non sono state elevate contravvenzioni per violazioni al codice della strada». Neppure una che fosse una. Niente. Un record, nell'Italia dei tartassati al volante. «In effetti - ammette Salvi - siamo di fronte ad un fatto curioso, che può essere spiegato in molti modi». Come? Anzitutto con la calma angelica dei piloti locali, che deamicisianamente parlando non è difficile immaginare prodighi di saluti agli incroci e di inchini ad ogni bivio. Poi con l'assenza di autovelox. E magari con la bonomia dei vigili urbani. Che ci sono, ma in numero ridotto. E probabilmente pensano a cose più importanti che non appostarsi dietro un albero per spillar quattrini ai rari venarottesi dal piede pesante. Così è maturato il primato: rovistando negli archivi della Polizia municipale ci si è accorti che la multa più recente porta la data del 2001, per un'auto parcheggiata male. Per il conducente, sanzione da 30mila lire. Al cambio, 15,49 euro. Nemmeno il costo di una notifica dei verbali contemporanei stile Europa unita.

Magari sull'onda del clamore mediatico anche la terra promessa dei senzamulte s'adeguerà, diventando spietata nemica dei mangiasfalto gommati. Intanto, però, regala una certezza: i multati aumentano solo quando si sceglie deliberatamente di far cassa sulla pelle dei motorizzati. Non conta il numero degli abitanti: a Calvi Risorta, nel casertano, su 5.900 residenti i rilevatori di velocità sfornavano 1.200 multe al giorno, d'improvviso diventate carta straccia quando in 200 sono finiti sotto inchiesta per il sospetto efficientismo degli autovelox mitraglia. Las Plassas, nel sassarese, ha fatto ancor meglio: 269 cittadini, 1.673 contravvenzioni garantite da un acchiappatarghe piazzato sulla statale, stranamente di tanto in tanto abbattuto a fucilate da ignoti. Briciole, rispetto alle statistiche da guinness di Bargagli. Nel solo 2013 il comune ligure (2.800 abitanti) ha incassato da multe 250mila euro grazie ai suoi autovelox mobili ed all'impianto semaforico con telecamera che non perdona: basta che il verde sia tremulo e incline al giallo che inesorabile scatta la tagliola.

Inevitabile aprire il gas e interrogare il navigatore per correre via, costi quel che costi, pur di arrivare a Venarotta prima di sera.

Prima che anche nel paradiso degli automobilisti inizi la cacciata agli inferi dei luciferi su ruota.

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