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«Vendemmia ok alla faccia degli allarmi»

«Vendemmia ok alla faccia degli allarmi»

L'estate tutta acquazzoni e fulmini ha messo a rischio il vino italiano? La domanda non è oziosa, visto che si tratta di un fatturato di 9,5 miliardi di euro, realizzato per oltre la metà all'estero. E che le stime di Coldiretti sono tutt'altro che incoraggianti: 15% in meno di produzione rispetto allo scorso anno, che farebbe della vendemmia 2014 la più scarsa dal dopoguerra, tanto da far perdere all'Italia il primato mondiale a favore della Francia. Ma i grandi produttori la pensano diversamente. Dove la qualità è tutto - oltre il 40% della produzione è destinata ai vini Doc e Docg -, si punta molto sulla cura e l'esperienza del vignaiolo, che proprio nei momenti di maggiore difficoltà fa la differenza. Fondamentale, ad esempio, è scegliere il momento giusto per la raccolta, quando gli acini sono al meglio del contenuto zuccherino. E le ultime settimane di settembre saranno decisive, perchè deve ancora essere completata la raccolta in gran parte dei vigneti italiani.

«Abbiamo avuto in Centro Italia un'estate fresca, ma ho visto giorni peggiori - dice Lamberto Frescobaldi, presidente dell'azienda di famiglia Marchesi de'Frescobaldi, viticoltori dal Rinascimento -: la vendemmia non sarà comunque scarsa, anzi prevedo un 5-8% in più». La raccolta è già in corso? «Abbiamo già raccolto un 25% circa, come i vitigni bianchi tipo Chardonnay e Pinot grigio, e i Merlot che sono varietà precoci. Poi abbiamo iniziato a vendemmiare il Sangiovese e, con emozione, il Vermentino in una soleggiata isola di Gorgona: sì, proprio quella del carcere, dove i detenuti imparano così un mestiere con la supervisione dei nostri agronomi ed enologi». Un lavoro impegnativo: «Certo, in agricoltura e in viticoltura in particolare bisogna essere appassionati- conclude Lamberto Frescobaldi - perchè il lavoro in vigna è fondamentale per avere risultati: ad esempio, c'è il problema della peronospora, un parassita che attacca le foglie, poi i grappoli, e se l'agricoltore è distratto e non interviene tempestivamente può subire danni gravi».

Un problema condiviso: «La primavera molto piovosa e l'estate umida hanno creato condizioni ideali per lo sviluppo delle malattie fungine - spiega Pietro Ratti, che guida la storica cantina Renato Ratti ed è presidente del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe Roero -: di conseguenza l'impegno dei viticoltori è stato massimo. Un'estate di lavoro intenso, che ha permesso però di garantire uve sane. Sarà come sempre settembre a definire la qualità dell'annata, che non sarà precoce, ma i primi campionamenti rivelano una concentrazione zuccherina pari a quella del 2013, in alcuni casi addirittura migliore».

«L'Italia non è tutta uguale - sottolinea Domenico Zonin, ad della casa vinicola omonima, una delle più importanti d'Europa, con tenute in tutta la penisola -: la situazione in Puglia, dove per la prima volta raccogliamo la Falanghina, e Sicilia, dove abbiamo già raccolto lo Chardonnay, per noi è molto buona. E anche a Nord, dove il tempo inclemente ha procurato notti insonni a enologi e agronomi, avremo vini più leggeri e fruttati, ma non per questo cattivi. Per quanto riguarda la quantità prodotta, siamo dell'idea che ci sarà una leggera diminuzione, nell'ordine del 5-10% rispetto allo scorso anno.

E comunque abbiamo buone scorte in cantina, che eviteranno i temuti aumenti della materia prima».

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