Politica

Il vero conflitto d'interessi: Italia ostaggio di Casaleggio

L'esecutivo non potrà nascere prima del voto on line su Rousseau degli iscritti. Mistero su votanti e garanzie

Il prossimo governo per vedere la luce deve prima passare dai computer della Casaleggio Associati, alla faccia del conflitto di interessi e degli intrecci tra aziende private e politica. Il programma messo faticosamente a punto da Cinque Stelle e Lega non sarà sottoposto al capo dello Stato ma ai click degli iscritti al Movimento Cinque stelle che lo voteranno on line, (la votazione, filtra da ambienti grillini, dovrebbe avvenire prima del week end) sulla piattaforma Rousseau gestita dall'omonima associazione con sede allo stesso civico della Casaleggio Associati e presieduta da Davide Casaleggio. «Anche in Germania il contratto di governo è stato ratificato dagli iscritti della Spd, noi in modo leggermente diverso, meno costoso, chiederemo agli iscritti di votare direttamente on line» ha spiegato Casaleggio, assicurando che sarà «un voto blindato». La piattaforma digitale del M5s infatti è stata colpita da attacchi hacker, per questo il Garante della privacy l'ha pure sanzionata (l'Associazione Rousseau custodisce una enorme massa di dati sensibili, anche dei parlamentari grillini). Stavolta, però, sulla piattaforma gestita da Casaleggio e dai fedelissimi grillini Massimo Bugani e Pietro Dettori, non passerà una proposta di legge qualsiasi, ma il documento da cui dipende la formazione del governo italiano.

Primo problema: a votare il programma M5s-Lega e quindi a decidere se partirà il nuovo esecutivo oppure sarà qualche migliaio di persone, cioè gli iscritti alla piattaforma on line del Movimento Cinque Stelle. Quanti? Neppure questo si sa di preciso. Sul vecchio blog di Grillo era indicato (a ottobre 2016) un numero, poco più di 153mila. Nel frattempo saranno anche cresciuti, ma lo stesso Davide Casaleggio nel 2017 non ne ha mai citati più di 160-170mila. Non solo, come ricordano le agenzie di stampa, non è specificato se si intenda gli iscritti al M5s o alla «Nuova associazione M5s» o soltanto a Rousseau, che dovrebbe contarne circa 40mila. Casaleggio sogna di avere un milione di iscritti nel 2018, un traguardo ancora lontano. Insomma la decisione sul contratto di governo M5s-Lega è affidata al voto di 150-170mila iscritti (nella migliore delle ipotesi) su circa 11 milioni di italiani che il 4 marzo hanno scelto i Cinque Stelle, tra 51 milioni di elettori. E poi non tutti gli iscritti partecipano, per cui la base di voto reale è ancora più ristretta. Basti pensare alle ultime parlamentarie per votare i candidati M5s in Parlamento, in cui si sono espresse on line meno di 40mila persone (e Di Maio solo 490 in tutto). L'equivalente di una bocciofila rispetto all'elettorato complessivo del Movimento.

Altro problema: chi certifica la trasparenza dell'operazione? Chi certifica i votanti? Chi assicura che uno stesso utente non voti più di una volta con profili differenti? Lo stesso Casaleggio. Non il massimo della trasparenza. Lo stesso guru junior del M5s ha ammesso la difficoltà su questo punto quando gli è stato chiesto poche settimane fa ad una presentazione al Senato: «Stiamo lavorando su un sistema di certificazione basato sulla blockchain, ma non ho una data di rilascio». Dunque un sistema di certificazione del voto su Rousseau ancora non c'è. Altro aspetto problematico, tutto è in mano a Davide Casaleggio a cui per statuto ha poteri pieni ed esclusivi, come «Fondatore», sull'Associazione Rousseau che a sua volta è i software del M5s, i cui parlamentari devono versare una quota mensile alla Rousseau. Un controllo totale da parte dell'Associazione, da cui passerà il contratto di governo.

Alla faccia del conflitto di interessi.

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