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Vicari: ci sono ministri che hanno preso tre Rolex

Il sottogretario dimissionario per l'orologio ricevuto dall'armatore: come regalo un po' poco

Vicari: ci sono ministri che hanno preso tre Rolex

Roma - Ancor più delle accuse colpiscono le giustificazioni di Simona Vicari, la sottosegretaria alle Infrastrutture alfaniana indagata per concorso in corruzione. Dopo essersi dimessa, dichiara al Corriere della Sera che per lei è normale ricevere a Natale un Rolex da 5.800 euro da un armatore che, grazie al suo interessamento per far passare una legge vantaggiosa, ha risparmiato ben 7 milioni di Iva.

«Ecco - dice lei - non le pare che sia un po' poco?». Per il gip di Palermo deve «escludersi che siffatta cospicua dazione possa confinarsi tra le cosiddette regalie d'uso», anche se può sembrare di «modico valore» rispetto al vantaggio ottenuto. E poi il sospetto è che oltre all'orologio ci siano altri favori elargiti alla Vicari dall'armatore arrestato Ettore Morace, insieme all'assunzione del fratellastro Tancredi alla Liberty Lines. Ma la Vicari sfoggia serenità: «Non ho agito nell'interesse di una persona, ma di una categoria». Poi lancia un messaggio che chi sa può capire: «Ci sono ministri che hanno preso non uno ma tre Rolex e sono ancora in carica». Una bella difesa, non c'è che dire. «Chi sono i tre?», vuol sapere Giulio Marcon di Si. Sdegnato, si dice estraneo all'inchiesta Mare Mostrum il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti.

Con Morace è stato arrestato venerdì il candidato sindaco di Trapani Girolamo Fazio e il funzionario regionale Giuseppe Montalto, mentre nell'inchiesta è indagato anche il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta. Lui in conferenza stampa precisa di aver ricevuto non un avviso di garanzia, ma un avviso a comparire e contrattacca: «Mi si contesta un bonifico di 5 mila euro di Morace a marzo di sostegno al mio movimento. Sarebbe la prima tangente della storia fatta con un bonifico. I soldi già lunedì saranno restituiti». Nega di aver fatto vacanze pagate da Morace, a Filicudi o sulla sua barca. «Non sono un Formigoni che si fa il giro delle Egadi. Porterò gli albergatori a testimoniare». Afferma che dal 2013 le spese per il trasporto marittimo sono scese da quasi 92 milioni di euro l'anno a 76. E annuncia che le elezioni a Trapani non salteranno.

Anche il senatore - candidato sindaco Antonio D'Alì annuncia che non interromperà la sua corsa, dopo la richiesta di obbligo di soggiorno della Dda di Palermo. All'altro concorrente di centrodestra Fazio esprime solidarietà il consigliere comunale Francesco Salone, che proseguirà la campagna elettorale nel suo nome e con il suo motto: «Io ci sono». Eppure per il gip «Morace finanzia occultamente ed illecitamente, almeno in parte, la campagna elettorale» di Fazio. Anche Antonio Ingroia, che con Azione Civile sostiene il candidato Giuseppe Marascia, dice no al rinvio del voto.

Nella notte due cartelli compaiono sui cancelli della Trapani Calcio e della Liberty Lines, di proprietà dell'armatore.

Dicono: «Io sto con Morace» e «Siamo vicini alla famiglia Morace».

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