Politica

"Vieni rapito? E io non ti pago". La linea ferrea della Svizzera

Approvata dal Consiglio federale elvetico la legge sugli espatriati: chi finisce nelle mani dei terroristi in seguito a un comportamento imprudente sgancerà di tasca propria l'importo della sua liberazione

"Vieni rapito? E io non ti pago". La linea ferrea della Svizzera

Ti vai a cacciare nei guai? E io non ti pago. In sostanza è questa la risposta del governo svizzero ai cittadini che vengono rapiti in terra straniera in seguito a un loro comportamento imprudente.

Non solo: chi finisce nella mani dei terroristi deve sganciare di tasca propria l'importo della sua liberazione. Una linea politica forte e decisa, volta a disincentivare tutti quegli incauti che vogliono avventurarsi in missioni pericolosissime, seppur a scopo umanitario, e che farà sicuramente storcere il naso alla sinistra italiana ma non al rigoroso popolo elvetico. La disposizione, approvata dal Consiglio federale nell’ambito della Legge sugli svizzeri all’estero (gli espatriati sono circa 756mila), entrerà in vigore il prossimo 1° novembre.

All’interno del decreto c’è un vero e proprio listino prezzi. Prendiamo ad esempio le prestazioni del DFAE (Dipartimento federale degli affari esteri): costano 75 franchi ogni mezz’ora, ma la tariffa delle autorità aumenta se si fanno gli straordinari. Sia chiaro: la Svizzera continuerà ad aiutare con tutti i mezzi disponibili le persone sequestrate, ma non cederà ad alcun ricatto economico. E il riscatto sarà a carico dell’ostaggio, una volta sciolto.

Insomma, la libertà non ha prezzo. Chissà cosa ne pensa il ministro Gentiloni…

Commenti