Cronache

Vietati i funerali pubblici La famiglia di Diabolik: "Fabrizio ucciso ancora"

La sorella ha annunciato il ricorso al Tar Polizia al lavoro sui 3 cellulari della vittima

Vietati i funerali pubblici La famiglia di Diabolik: "Fabrizio ucciso ancora"

Numeri, contatti, messaggi, perfino le foto. La squadra mobile di Roma, che indaga sull'omicidio di Fabrizio Piscitelli, sta passando al setaccio i tre cellulari usati dall'ex capo ultras della Lazio. Coordinati dalla Dda della Capitale, gli investigatori cercano dettagli utili per dare un'accelerata alle indagini e arrivare in tempi al volto del killer, che mercoledì alle 19 ha freddato il 53enne con un colpo di 7.65 alla testa nel parco degli Acquedotti, in zona Tuscolana.

L'autopsia, effettuata nel policlinico Tor Vergata, ha accertato che il proiettile ha raggiunto Diabolik all'altezza dell'orecchio sinistro trapassandogli il cranio e uccidendolo all'istante. La vittima è stata attirata in un tranello da qualcuno di cui si fidava, tanto da farsi accompagnare solo dal guardaspalle cubano, lo stesso che da una decina di giorni gli faceva da autista perché gli era stata ritirata la patente. Gli inquirenti in queste ore lo hanno ascoltato e hanno parlato con i due testimoni, che hanno visto fuggire l'assassino, vestito da runner, maglia verde, foulard e caschetto per celare il volto. Sentiti anche diversi amici dell'ex leader degli Irriducibili nel tentativo di ricostruire i contatti che aveva avuto nei giorni precedenti l'agguato. Interrogate anche la moglie e la sorella della vittima, ma non la figlia Giorgia, che si trovava in viaggio di nozze ed è rientrata in fretta dopo l'agguato, ma è sotto choc. Al momento dalle testimonianze non sono emersi elementi utili alle indagini, né notizie di un cambio di abitudini di Diabolik legate a possibili minacce. Il delitto non è maturato negli ambienti del tifo capitolino, anche se in molti avrebbero voluto mettere le mani sul merchandising, che ruota attorno alla squadra biancoceleste. È verosimile, invece, che il movente sia legato ai suoi interessi nel mondo della droga. Nel 2013, infatti, Diabolik finì in carcere per narcotraffico con un'organizzazione legata alla Camorra di Michele Senese e alla malavita napoletana, che importa coca e hashish sulla Tuscolana e a Cinecittà. La chiave di lettura del delitto potrebbe essere quindi nella criminalità organizzata italiana e estera, soprattutto albanese. Poi l'ultrà era finito nel fascicolo di Mafia Capitale, per pressioni al presidente Lotito volte a fargli cedere il club a un gruppo farmaceutico svizzero.

Nel bene e nel male Piscitelli era un nome a Roma e per scongiurare disordini il Questore, Carmine Esposito, ha disposto ieri che i funerali si tengano in forma strettamento privata martedì alle 6 nella cappella del cimitero Flaminio. Ma la sorella Angela presenta ricorso al Tar. «Sto scrivendo al Questore, al Prefetto, al Ministro dell'Interno - ha chiarito - mio fratello non si muove da lì ed avrà il funerale di cui è degno e che vogliono i suoi cari». «Lo state uccidendo di nuovo tanto quanto il killer sorcio che lo ha sorpreso alle spalle - ha tuonato la moglie Rita in una lettera aperta -. Non ci saranno problemi di ordine pubblico lo garantisco. Noi vorremo soltanto una cerimonia funebre che renda onore a Fabrizio, permettendo ai famigliari e agli amici di porgere l'ultimo saluto ad un uomo vero, punto di riferimento per chi lo conosceva. Abbiamo il diritto e la volontà di consolarci nell'abbraccio della gente che voleva bene a mio marito.

Ancora una volta, l'ultima».

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