Cronache

"La villetta della strage da demolire nel 2011". Sindaco smentito dal Tar

La procura indaga per disastro e omicidio La difesa del Comune: eravamo senza soldi

"La villetta della strage da demolire nel 2011". Sindaco smentito dal Tar

D opo anni di stasi a Casteldaccia, nel Palermitano, dove ogni cosa, case abusive comprese, è rimasta tale e quale, oggi tutto si muove. Ci sono voluti nove morti, tra cui due bimbi di uno e tre anni e un ragazzino di 15, annegati nella villetta abusiva presa in affitto dal nonno investita dalla piena del fiume Milicia, per scoperchiare il vaso di pandora di un municipio in cui esistono documenti che attestano ordini di demolizione di immobili abusivi. La procura di Termini Imerese ha aperto un'inchiesta per omicidio e disastro colposo e «già nei prossimi giorni dice il procuratore capo, Ambrogio Cartosio - potrebbero esserci sviluppi importanti». Non si tratta solo di fare luce sul caso della villetta, ma di mettere a posto anni di sregolata gestione del territorio, che come un'eredità si trascinano da tempi immemorabili. E il tempo passa e domani è un altro giorno. Non per le vittime.

E allora la procura ha deciso di darci un taglio. E ha iniziato col porre i sigilli alla villetta e all'area circostante. «Nel circondario di Termini Imerese sono circa 800 gli immobili abusivi dei quali è stata disposta la demolizione giudiziaria da molti anni» dice Cartosio. Il procuratore domenica, sorvolando in elicottero la zona colpita dalla piena, ha constatato la vicinanza delle case al letto del fiume, in contravvenzione alla normativa vigente. «L'abusivismo è il principale colpevole» commenta. Ma non si tratta solo di questo, visto che l'ordine di demolizione per quell'immobile c'era. Il punto è che non è stato eseguito.

Ecco cosa è accaduto: i proprietari hanno impugnato il provvedimento davanti al Tar e da allora non se n'è fatto più nulla, ma non doveva andare così. Perché il Tar si era pronunciato e già dalla fine del 2011 il Comune avrebbe potuto eseguire la demolizione. «Il tribunale regionale spiega il procuratore capo - se ritiene che ci sia legittimità, può disporre la sospensione del provvedimento», ma non è stato così per la villetta della morte. Lo conferma il Consiglio di Stato che sottolinea come il Tar di Palermo «non ha mai sospeso l'ordinanza di demolizione del sindaco». Né, scrivono i giudici amministrativi, «può sostenersi che la semplice presentazione di ricorso sia di per sé sufficiente a bloccare l'efficacia dell'ordine di demolizione». Il Comune non si era costituito in giudizio «per mancanza di fondi» spiega il sindaco, Giovanni Di Giacinto. «Non mi tiro fuori dalle responsabilità dice - ma la mia amministrazione ha fatto nel tempo quello che poteva, con risorse limitate». Per il ricorso servivano 5mila euro, ma il sindaco dice che i casi analoghi sono troppi. E ora ha chiesto le risorse al presidente della Regione. Il Codacons ha deciso di denunciare alle procure di Palermo e di Termini Imerese il sindaco per «la possibile omissione di atti d'ufficio per il mancato abbattimento» e annuncia una class action sul dissesto idrogeologico. Ieri a Casteldaccia sopralluogo del governatore Nello Musumeci: «È davvero disarmante vedere decine di case a due passi dal fiume. È una vocazione al suicidio. C'è stata l'irresponsabilità del cittadino, ma anche delle istituzioni. Già da diversi mesi avevamo chiesto a tutti i sindaci dell'Isola di segnalarci eventuali costruzioni abusive nei pressi del mare o degli alvei dei fiumi: ha risposto solo il dieci per cento. Per questo motivo, procederemo all'invio di commissari in tutti quei Comuni che non dato corso alla nostra richiesta».+

Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha costituito un gruppo di lavoro misto fatto da magistrati, da forze dell'ordine e da giuristi «per studiare e proporre al Parlamento e al governo una norma più veloce per gli abbattimenti». Anche la chiesa, per bocca di Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e responsabile della Cei per i temi del lavoro e dell'ambiente, interviene sulla tragedia sottolineando che «quando si fa violenza alla natura, questa si ribella e produce disastri che non sono più fatalità ma prodotti dell'intervento irresponsabile dell'uomo».

E oggi si celebreranno i funerali nella cattedrale di Palermo.

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