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Violenza sulle donne, il Codice Rosso è legge dopo il sì del Senato

Il provvedimento che difende le donne vittime di violenza ha incassato la maggioranza del Parlamento. Tra le novità indagini più rapide, pene più severe e l'obbligo da parte dei pm di ascoltare le vittime entro tre giorni

Violenza sulle donne, il Codice Rosso è legge dopo il sì del Senato

Il Codice Rosso è diventato legge. Dopo l'assenso definitivo del Senato al disegno di legge sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, il provvedimento diventerà una norma. La misura ha ottenuto 197 sì e 47 astenuti (registrati tra Liberi e Uguali e il Partito democratico).

La soddisfazione di Giulia Bongiorno

"Dobbiamo ringraziare tutti i leader politici che hanno voluto condividere l'impegno di approvare la legge e poi devo dire grazie a Matteo Salvini, che ha voluto inserire nel contratto di governo questo progetto di legge", ha dichiarato il ministro della Funzione Pubblica, Giulia Bongiorno, commentando l'approvazione della legge. E ha voluto condividere la sua soddisfazione telefonicamente anche con Michelle Hunziker, la conduttrice e attrice che, da anni, si impegna, attraverso una fondazione contro la violenza di genere e il femminicidio. "Questa legge", aggiunge Bongiorno, "Dobbiamo ringraziare tutti i leader politici che hanno voluto condividere l'impegno di approvare la legge e poi devo dire grazie a Matteo Salvini, che ha voluto inserire nel contratto di governo questo progetto di legge".

Cosa cambia con la nuova legge

Tra le novità introdotte dalla nuova misura, una corsia preferenziale per le denunce, indagini più rapide e l'obbligo per i pubblici ministeri di ascoltare le vittime entro tre giorni. Sarà quindi accelerato il corso delle inchieste, per evitare che i tempi più lunghi nello svolgimento degli accertamenti rallentino e pregiudichino la tempestività degli interventi contro i reati di maltrattamenti, violenza sessuale, stalking e di lesioni aggravate, se commessi all'interno di contesti familiari o nell'ambito di relazioni di convivenza. Saranno, infatti, previste pene più severe per i reati di maltrattamenti in famiglia: la reclusione, prevista attualmente dal codice penale da due a sei anni, cambierà da tre a sette anni. Aumento di pena se il fatto è commesso in presanza o a danno di minori, di donne incinte, di persone con disabilità e se il fatto è commesso con armi. Inoltre, una donna, avrà 12 mesi di tempo per denunciare una violenza sessuale subita, anziché i sei previsti finora.

La presunzione d'urgenza

Secondo il Codice Rosso, la polizia giudiziaria sarà tenuta a comunicare al pm le notizie di reato immediatamente, anche in forma orale. Gli agenti dovranno, infatti, attivarsi immediatamente, senza alcuna possibilità di valutare la sussistenza o meno della ragioni d'urgenza. Imponendo l'immediata comunicazione della notizia di reato, verrà introdotta una rpesunzione assoluta di urgenza rispetto ai fenomeni criminosi, per i quali l'inutile decorso del tempo potrebbe portare a un aggravamento delle conseguenze dannose e pericolose.

L'aggressione con acido e stalking

La reclusione, per stalking, passerà da uno a sei anni e sei mesi. E per chi sfregia con l'acido, in arrivo il "nuovo reato" per chi provoca deformazione dell'aspetto della persona con lesioni permanenti al viso. Chi lo commette, infatti, sarà punito con la reclusione da otto a quattordici anni. Se lo sfregio dovesse, poi, causare la morte della vittima la pena è l'ergastolo. E in caso di condanna, prevista l'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla cura e all'amministrazione di sostegno.

I percorsi di recupero

In caso di condanna per reati di natura sessuale, la sospensione condizionale della pena è subordinata alla partecipazione a percorsi di recupero ad hoc presso enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di persone condannate per reati dello stesso tipo. Il costo di questi percorsi, però, in mancanza di una convenzione dell'ente con lo Stato, sarà a carico del condannato.

Revenge Porn

Previso il carcere, da uno a sei anni, e multe da 5mila e 15mila euro per chiunque diffonda foto e video a contenuto sessuale per vendicarsi del partner dopo la fine di una relazione. Stessa pena è applicata a chi riceve immagini e le diffonde senza il consenso delle perosne firlmate. Ci sono aggravanti se il reato è commesso dal partner o da un ex, con diffusione via social.

Tutele maggiori considerate per disabili e donne incinte.

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