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Visco "rimanda" il salario minimo: potrebbe causare effetti negativi

Il governatore di Bankitalia non chiude la porta ma invita a studiare "livelli giusti". Tassi, i mutui non sono un problema

Visco "rimanda" il salario minimo: potrebbe causare effetti negativi

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Salario minimo sì, ma con prudenza. Intervistato da Sky Tg24, il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ieri ha ribadito che la misura potrebbe servire, ma «il problema è il livello». Secondo il numero uno di Via Nazionale, una retribuzione minima oraria fissata per legge potrebbe essere utile per i «molti che non sono coperti dai contratti, sono quelle le persone che io credo debbano essere difese».

Il governatore ha, tuttavia, ricordato la propria esperienza come capo economista dell'Ocse alla fine degli anni '90. «Lo abbiamo fatto per l'Irlanda e per l'Inghilterra cercando di trovare quali avrebbero potuto essere dei livelli ragionevoli», ha sottolineato rimarcando che «lo stesso immagino si debba fare qui da coloro che sono deputati a farlo». Visco ha evitato argutamente di farsi trascinare da qualsiasi polemica politica evidenziando che «ci sono studi di grandissimi economisti, che hanno anche ricevuto il premio Nobel, che mostrano che non è vero che un salario minimo fa cadere l'occupazione». Ovviamente, tutto sta a fissare una soglia adeguata. «Alcuni di questi livelli sono effettivamente troppo alti e potrebbero portare ad avere effetti negativi. Quindi bisogna fare studi attenti», ha puntualizzato.

È chiaro, dunque, che il governatore chieda alla politica di studiare seriamente la vicenda e trovare un compromesso adeguato. Al limite, stimola l'opposizione, che ha presentato un ddl ad hoc, a spiegare perché abbia scelto la soglia dei 9 euro lordi l'ora e perché non un'altra come tanti esperti della materia hanno chiesto. Ma, soprattutto, Visco ha ribadito un concetto più volte espresso nei suoi ultimi interventi pubblici. «I salari in media crescono, se cresce la capacità del Paese di produrre. Ed è molto difficile con una produttività ferma far salire le retribuzioni», ha spiegato riferendosi ai recenti dati Ocse sulla perdita di potere d'acquisto. Insomma, il salario minimo non serve per far salire le retribuzioni se non aumenta contestualmente la capacità dell'Italia di produrre ricchezza. Esso è utile per i giovani e per i lavoratori con occupazioni discontinue che, per un motivo e per l'altro, rischiano di trasformarsi in working poor.

Ovviamente, il Pd - da Schlein a Boccia a Orlando - ieri ha continuato a insistere sulla sua proposta senza entrare nel merito delle parole di Visco. Una simulazione Istat evidenzia che il salario minimo si applicherebbe a 3 milioni di lavoratori con un aumento medio di 804 euro l'anno (61,8 euro al mese tredicesima inclusa) e un costo di 2,9 miliardi.

Visco ieri ha inoltre rassicurato sul dossier mutui affermando che «non sono un problema sistemico» tanto più che una pausa dei rialzi dei tassi da parte della Bce «non è lontana».

Anche le minute della riunione di giugno lasciano trasparire dopo l'aumento atteso settimana prossima, la possibilità di rallentare la stretta.

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