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Voto all'estero, il caso dei ritardi e della mancata consegna dei plichi finisce in Parlamento

L'interrogazione del deputato di Fratelli d'Italia, Andrea Del Mastro, sui disagi denunciati dai connazionali residenti all'estero: "Decine e decine di segnalazioni da Stati Uniti e America del Sud, ora Di Maio spieghi"

Voto all'estero, il caso dei ritardi e della mancata consegna dei plichi finisce in Parlamento

Il caso della mancata o ritardata consegna dei plichi contenenti il materiale elettorale ai connazionali residenti oltreconfine approda in Parlamento. A chiedere conto dell’accaduto al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Del Mastro Delle Vedove, che ha presentato un’interrogazione sulla vicenda. Nei giorni scorsi, da più parti erano arrivate denunce e segnalazioni sui ritardi o addirittura le sparizioni delle buste inviate dai consolati agli expats, contenenti le schede elettorali per esprimere la propria opinione sui cinque referendum sulla giustizia.

Il Giornale ha raccolto quella del Comites di Miami. Circa un centinaio di persone, soltanto nel Southeast, avevano fatto sapere al presidente Andrea Di Giuseppe di non essere riusciti ad entrare in possesso del proprio plico in tempo utile per votare. Alcune mail spedite dal servizio postale americano, che abbiamo potuto visionare, annunciavano l’arrivo dei plichi per il 7 di giugno, soltanto due giorni prima del termine ultimo per la riconsegna, prevista per il 9 alle 16. "La mancata copertura nella distribuzione del materiale elettorale risulta essere particolarmente consistente in questa tornata elettorale, a cui sono seguite numerose lamentele da parte dei cittadini italiani di tutte le nazioni", lamenta Del Mastro nell’interpellanza, sottolineando anche la "anomala mancanza di copertura mediatica circa la tornata referendaria" che ha comportato la "quasi totale disinformazione degli italiani all’estero sulla stessa".

"Ho chiesto spiegazioni a Di Maio perché io stesso ho ricevuto decine e decine di segnalazioni tramite la rete dei nostri connazionali residenti all’estero. Ognuno di loro non mi riferiva soltanto del suo caso ma anche di altri conoscenti, per cui possiamo parlare tranquillamente di centinaia di persone", ci spiega al telefono. Le denunce ricevute dal parlamentare arrivano soprattutto dagli Stati Uniti e dal Sud America. "Le rappresentanze diplomatiche e consolari – ricorda ancora il deputato nell’interpellanza - preposte a tale fine dallo stesso Ministero provvedono alla stampa del materiale elettorale da inserire nel plico e non oltre diciotto giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, gli uffici consolari inviano agli elettori il plico contenente il certificato elettorale, la scheda elettorale e la relativa busta ed una busta affrancata recante l'indirizzo dell'ufficio consolare competente".

"Il mancato ottemperamento a questi obblighi di legge – continua il documento - si è tradotto, quindi, in una grave mancanza dello Stato il quale ha impedito l’esercizio di un diritto inalienabile di molti nostri connazionali residenti all'estero, trattandoli, di fatto, come cittadini di seconda categoria". Per questo il deputato di Fratelli d’Italia ha chiesto alla Farnesina di chiarire "le motivazioni poste alla base del ritardo nella consegna dei plichi" e quelle "della scarsa pubblicità delle votazioni referendarie nei confronti degli italiani residenti all’estero".

"Spero che ci sia una risposta precisa nei numeri, nei dati e nelle spiegazioni. - dice ancora Del Mastro al Giornale.it - Il ministero deve indicare quali siano gli strumenti, anche economici per far sì che questi disagi non si ripetano in futuro". "Se non venissero forniti dettagli esaustivi non c'è altra strada che quella dell'istituzione di una commissione d'inchiesta.

Bisogna capire - conclude il deputato - quanto è profondo questo fenomeno, non possiamo tornare indietro sul diritto di voto per i nostri connazionali residenti all'estero e visto che esiste deve essere garantito".

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