Politica

Il vulcanello come una bomba Due fratellini uccisi dal fango

L'esplosione di melma in una riserva naturale travolge il papà e i figli di sette e nove anni. La gita era un regalo di compleanno

La mamma Giovanna in lacrime ai piedi della collina della tragedia, nella riserva Macalube di Aragona, ha chiamato per diversi minuti i propri figli. Non voleva credere alla notizia della morte dei suoi adorati angeli, Laura di 7 anni, il cui corpo è stato recuperato poco dopo la tragedia e Carmelo, 9 anni compiuti appena ieri: è stato trovato nel tardo pomeriggio sotto decine di metri di fango.

Una famiglia distrutta in una giornata che doveva essere di festa. Proprio per il compleanno, Carmelo ieri mattina aveva convinto il papà Rosario, carabiniere nella stazione di Joppolo Giancaxio, piccolo centro dell'Agrigentino, a fare una gita alle Macalube. Quei vulcanelli da tempo stuzzicavano la fantasia del piccolo. Dopo una mezz'ora che si aggiravano, all'improvviso l'esplosione col fango che ha inghiottito i tre. Un operaio della riserva è intervenuto aiutando Rosario Mulone a liberarsi dalla morsa del fango. Turisti che si trovavano nei pressi, hanno chiamato i soccorritori. Nel giro di una decina di minuti sono arrivati i Vigili del fuoco, i carabinieri e gli agenti della Polizia locale che hanno cominciato a scavare con l'ausilio di pale meccaniche. Dopo 40 minuti è stata rinvenuta la piccola Laura, un medico ha cercato di strapparla alla morte praticando il massaggio cardiaco, poi la folle corsa all'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dove però, la piccola è giunta cadavere.

Nel giro di pochi minuti sul posto si è portata tantissima gente, in tanti si sono offerti per aiutare i soccorritori.

Sotto choc la coppia di turisti tedeschi che era distante appena 300 metri dalla famigliola Mulone. «All'improvviso - dicono - abbiamo sentito un boato, sembrava una bomba, abbiamo visto che si è alzato del fango, il papà e i due bambini sono letteralmente scomparsi, inghiottiti dal fango che si è alzato per una decina di metri. Una scena terribile, straziante, mai vista una cosa del genere».

«Abito ad appena tre chilometri in linea d'area alle Macalube - dice Tonino Butera, impiegato dell'Enel che è corso sul posto subito dopo il boato - Da tanti anni abito in questa zona, mai si era verificata una cosa del genere. C'è un particolare che mi fa stare male: da stamattina i miei due cani abbaiano di continuo, ho cercato di metterli all'interno delle loro cucce, ma è stato vano, erano nervosissimi. Che avessero il sentore di quello che poi è accaduto».

Anche il sindaco Parello sul posto ha aiutato a scavare i soccorritori: «È importante capire cosa sia successo - ha detto - ma in questo momento penso a una famiglia distrutta, a una famiglia che tutti quanti ad Aragona conosciamo e stimiamo».

«Non avevamo registrato un preallarme di alcun tipo, mezz'ora prima i nostri operatori erano sulla collina dei vulcanelli e tutto era normale. All'improvviso poi è accaduta la tragedia».

È quanto ha detto Mimmo Fontana, presidente regionale di Legambiente, e direttore della riserva Macalube.

«Pur essendo una collina millenaria - continua Fontana - il fenomeno dei vulcanelli, con l'eruzione di gas e argilla, non è mai stato monitorato: non esistono centraline di osservazione nell'area. La Regione non ha mai finanziato i nostri progetti per mancanza di fondi. Ad agosto abbiamo registrato delle lesioni e abbiamo deciso di sospendere gli ingressi mettendo dei cartelli, anche se - spiega Fontana - non possiamo impedire l'accesso perché parliamo di una riserva pubblica: noi facciamo da guida a chi lo richiede, ma non possiamo impedire gli accessi, una media di 10 mila visitatori all'anno».

Intanto, il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha ordinato alla Protezione civile e al dipartimento Ambiente della Regione di sospendere immediatamente gli accessi nella riserva.

Questo in attesa di capire cosa sia successo e se questi fenomeni possano ripetersi ancora in un futuro prossimo.

Commenti