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Zero navi Ong, nessun morto. Ma Di Maio "rinnega" i porti chiusi

Le imbarcazioni umanitarie sono tutte ferme in porto. Salvini: "Nessuna partenza, nessuno sbarco, nessun decesso"

Zero navi Ong, nessun morto. Ma Di Maio "rinnega" i porti chiusi

Il ministro dell'Interno lo ripete da tempo: se le navi Ong (e non solo) non insisteranno nel pattugliare le coste della Libia, partiranno meno migranti verso l'Italia. E meno partenze significano anche meno morti. Salvini è tornato a ripeterlo oggi, in un post sui social corredato da una cartina eloquente che mostra la posizione attuale delle imbarcazioni umanitarie: "Nessuna nave Ong, nessuna partenza, nessuno sbarco, nessun morto. Che coincindenza".

La cartina registra Sea eye, Seefuchs e Astral in porti spagnoli. Sea Watch 3 viene indicata a Marsiglia. Mare Jonio e la Iuventa in Sicilia. La nave di Mediterranea Saving Humans nei giorni scorsi è stata diffidata dalla Giardia costiera dopo la direttiva emanata dal Viminale per impedire le attività delle organizzazioni non governative.

Il cruscotto statistico del ministero dell'Interno mostra quanto si siano ridotti gli sbarchi negli ultimi mesi. Se nel 2019, dal 1 gennaio al 26 aprile, erano approdati in Italia 36mila immigrati, nel 2019 siamo fermi a quota 666. Si tratta di un calo del 92,70% rispetto al 2018, quando i richiedenti asilo accolti erano già scesi a 9mila. Quest'anno ne sono arrivati 202 a gennaio, 60 a febbraio, 262 a marzo e 142 fino ad aprile. A marzo del 2017 erano stati oltre 10mila, giusto per dare un'idea.

La linea dei "porti chiusi" fa dunque esultare il ministro dell'Interno. Ma non il suo collega di governo Di Maio. Che dopo aver "appoggiato" in qualche modo le politiche del Viminale, in vista delle elezioni europee sembra fare alcuni passi indietro. "Si parla molto in Italia di 'porti chiusi - attacca Giggino - e va bene, ma a me sta più a cuore avere porte chiuse alla mafia".

È possibile dunque che si apra un nuovo fronte di scrontro tra Lega e M5S, già impegnati a battibeccare sul caso Siri e sull'abolizione delle province.

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