Cronache

"Zina è soltanto mia" E la uccide a coltellate

Lei aveva denunciato: «Ho paura, mi sento perseguitata». Il marito si è costituito

"Zina è soltanto mia" E la uccide a coltellate

«Uccido lei e mi uccido». Lo diceva. E lo ripeteva. Con la criminale determinazione che chi ascoltava quella frase terribile aveva imparato a riconoscere. Maurizio Quattrocchi, 47 anni, disoccupato e con piccoli precedenti penali, ha ammazzato davvero la moglie: Zinaida Solonari, 36 anni, originaria della Moldavia, cameriera in un ristorante.

Dopo aver inferto due coltellate mortali, l'assassino è fuggito. Forse pensando di dare seguito alla seconda parte del suo piano maledetto. Ma poi ci ha ripensato, e si è costituito ai carabinieri di Cologno al Serio (Bergamo), il paese dove domenica notte è avvenuto il delitto.

La pagina social di Zinaida, per gli amici «Zina», sembrava quella di una top model.

Il primo piano del suo volto, bellissimo, sulla copertina di una immaginaria rivista intitolata Fashion. Attorno le foto di tre figlie piccole, avute con Maurizio quando la coppia era felice; nessuna immagine, però, insieme al marito. Con lui le cose, negli ultimi tempi, erano infatti precipitate.

La donna, con le sue bambine, si era trasferita in casa della sorella: il suggello di una crisi matrimoniale che Quattrocchi non aveva accettato. Eppure la colpa di quella rottura era tutta sua. La gelosia era diventata un tarlo: «Tu mi tradisci». Non era vero. Però lui continuava a ossessionare la moglie. Costringendo Zina a una scelta traumatica: abbandonare il tetto coniugale. Ma Quattrocchi, invece di meditare sugli errori commessi, si è alimentato di odio. Fino ad armarsi di coltello, attendere nel buio della notte che la donna giungesse sulla porta di casa e accoltellarla a morte. Subito dopo l'uomo è fuggito con la stessa auto su cui si era appostato per l'agguato mortale.

Due le possibilità: che Quattrocchi decidesse di costituirsi (come poi ha effettivamente fatto ieri pomeriggio) o che venisse catturato dai carabinieri che ormai gli erano addosso.

Dopo l'aggressione, le urla della donna hanno richiamato in strada la sorella della vittima, ma per Zina ormai non c'era più nulla da fare. Due fendenti le avevano trapassato il cuore.

Era notte fonda e per fortuna le tre bambine che dormivano non si sono accorte di nulla. Ma poi il suono delle sirene le ha svegliate e allora hanno capito che qualcosa di grave era accaduto.

Il dramma alle 2 di domenica, quando Zina è tornata dal lavoro, ha parcheggiato l'auto di fronte casa e ha aperto il cancello condominiale. Qui è stata aggredita dal marito, che le ha sferrato due coltellate.

La vittima si era rivolta ai carabinieri: «Mio marito mi perseguita, ho paura». Per questo motivo i militari le avevano detto di trasferirsi, attivando il «protocollo di tutela». Ma qualcosa non ha funzionato: Quattrocchi è riuscito ad avvicinarsi al suo «obiettivo». E a colpire senza pietà.

In Lombardia è il terzo femminicidio nell'ultimo mese.

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