Cronache

Il premio Andersen vale un Lingotto

Alessandro Massobrio

Il premio Andersen ha fatto la sua riapparizione ieri a Sestri Levante, presso l'Hotel Suite Nettuno, con un lieve anticipo sul consueto calendario, a causa della Fiera del Libro di Torino, che incalza nella prima settimana di maggio e a cui il premio ligure è, quest'anno, strettamente legato.
All'interno della mostra di Torino, infatti, è previsto uno spazio espositivo dedicato al premio ed alla sua storia (ben 25 anni di costante monitoraggio sul mondo dell'infanzia e dell'adolescenza). Lo stand torinese si chiamerà Isola di Andersen ed al suo interno ospiterà i volumi dei dieci autori, che ieri sono risultati vincitori a Sestri Levante. Domenica 7 maggio, poi verrà estratta la carta vincente: votato da librai specializzati, ragazzi secchioni, giornalisti e disegnatori, verrà assegnato il Superpremio Andersen 2006. Una sorta di apogeo per chi ha dedicato tempo e fatica a quegli adolescenti che affidano ancora i loro sogni ad una pagina stampata piuttosto che proiettarli sullo schermo di un video gioco.
Un premio Andersen, dunque, in partenza sul binario Lingotto di Torino, ma ricco comunque di moltissime sorprese. Segnaliamo, intanto, il consueto concorso «La Filastroccola», dedicata quest'anno ai fiori, in collaborazione con Euroflora 2006. Poi il ritorno, grazie alle edizioni Piemme, dei Barbapapà, quei personaggi tondi, vagamente periformi e - come suggerisce Gualtiero Schiaffino, patron della manifestazione - molto archetipici (nel senso che in essi si può ravvisare tutto ed il contrario di tutto) che, negli anni Settanta, monopolizzavano l'immaginario collettivo degli under dieci.
Tra gli autori premiati, infine, non sembra proprio possibile evitare l'incontro - scontro con Margherita Hack, autrice, insieme con Simona Cerrato, de L'universo di Margherita, libro - ci verrebbe da dire - di divulgazione ulivista sui misteri di un cosmo rigorosamente abbandonato da Domineddio.
Da non dimenticare, invece, per quanto riguarda il mondo dell'editoria, gli Albi Illustrati di Gallucci. Per chi non lo conoscesse, si tratta del caporedattore del TG5, che, tra un'inchiesta, un filmato ed un'intervista, ha scoperto in sé - da appena tre anni - la passione per l'editoria per ragazzi. Anzi, non ragazzi, diciamo decisamente bambini. Bambini piccoli, quelli che le mamme devono far addormentare cantando ninne nanne a non finire.
Gallucci si è perciò inventato una collana di canzoni illustrate, filastrocche da mandare a memoria con l'aiuto della musica, come L'arca di Noè di Sergio Endrigo e - per completare l'opera - ha reclutato i migliori disegnatori disponibili sul mercato. Da Luzzati ad Altan, fino a Nespolo e Gino Paoli, che non ha soltanto fornito la sua voce e le sue canzoni, ma queste stesse canzoni ha voluto illustrare di suo pugno. Dal momento che Gino Paoli, oltre ad essere cantante, è disegnatore pubblicitario.
È possibile, in base ai titoli premiati, stabilire una sorta di «tendenza» nell'universo della narrativa infantile? Sembra proprio di sì. Gli autori - dicono gli esperti - hanno quest'anno privilegiato il mondo secondo il raggio visivo dei bambini. Vale a dire dal basso all'alto, dal fondo delle sottane della mamma o dei calzoni del papà verso quel mondo degli adulti che spesso risulta incomprensibile non soltanto ai piccoli ma anche ai grandi.

Quando basterebbe un po' di buon senso per renderlo vivibile per tutti.

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