Cultura e Spettacoli

Presuntuose mezzecalzette della provincia britannica

Torna «Mapp e Lucia» di Edward Benson: vizi e vezzi nell’Inghilterra degli anni ’20 e ’30

Karen Blixen, smagata evocatrice di storie gotiche e ancor più ispirata agiografa di racconti africani, ha detto, tra le tante cose intelligenti da lei sciorinate in vita: «Non esiste luogo in cui un epicureo di buon senso possa trovarsi meglio che in una piccola città di provincia». Ci è venuto di pensare a simile arguta constatazione leggendo un libro un po’ datato, fuori da ogni tendenza oggi corrente, Mapp e Lucia di Edward Frederic Benson (Fazi Editore, pp. 346, euro 21,50), sorta di puntiglioso regesto delle faccende più o meno inessenziali, più o meno snobistiche registrabili in una mediocre località campestre dell'Inghilterra tra gli anni Venti e Trenta.
Il genius loci (si fa per dire) di questa enclave pretenziosa e insignificante è incarnato per la circostanza dalla signora Emmeline Lucas (meglio nota come Lucia) vedova da un anno dell'amato marito Pepino, che, prima nella comunità di Riseholme e poi nell'analoga contrada di Tilling, imbastisce quotidianamente, pervicacemente l'abusata pantomima dei suoi vizi e vezzi, simpatie e idiosincrasie, nevrosi e ipocrisie, ingredienti tipici della provincia più fonda e di quell’attitudine tutta inglese, tutta piccolo borghese di guardare il prossimo e l’intiero mondo attraverso la lente deformante di una inguaribile, supponente meschinità.
Nel caso particolare, cioè questo Mapp e Lucia, l’«epicureo di buon senso» menzionato dalla Blixen non è davvero la desolante signora Lucia, quanto proprio e specificamente l’autore del libro, Edward Frederic Benson, un bello spirito vissuto a cavallo tra '800 e '900 (1867-1940) che, in tantissimi libri (romanzi, biografie, saggi e testi di varia umanità), ha profuso un sapiente gusto sarcastico, sulle tracce dei più famosi compatrioti Woodhouse e Waugh, nelle miserevoli gesta di impettite mezzecalzette malate di presunzione e ignoranza tali da restare sempre in precario equilibrio tra patetiche vicissitudini e intrinseca volgarità.
L’interesse e l'attrattiva di un romanzo diciamo pure atipico come Mapp e Lucia, in definitiva, sono soltanto dati dalla eccentrica personalità e dalle singolari vicende biografiche di un prolifico scrittore come Edward Frederich Benson. Nella sua breve ma densa introduzione allo stesso libro, Masolino D'Amico ricorda significativamente che Benson era il quinto dei sei figli di Edward White Benson, già vescovo di Canterbury e autorevole esponente della società inglese dell'epoca. Inoltre, i cinque fratelli del Nostro si dimostrano, a vario titolo, versati nelle cose letterarie, pur se il solo Edward Frederich è divenuto poi scrittore largamente noto.

Una particolarità di questa singolare congrega risulta poi il fatto che tutti i fratelli siano rimasti celibi e che la sorella Lucia, in ispecie, ebbe a parlare con disapprovazione di «quella orribile cosa che Freud chiama sesso».

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