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Primarie Usa: l’ultima arma di Gingrich? La religione

Il mormone Romney è in testa, il rivale l’attacca su un tema sensibile per l’America: "Non rispetta la libertà di culto"

Primarie Usa: l’ultima arma  di Gingrich? La religione

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New York - Insulti pesanti, accuse diffamanti e attacchi personali al vetriolo. Così si sono trasformate le primary repubblicane, diventate un’arena di sangue e colpi bassi dove niente viene risparmiato: dalla famiglia alla religione. Newt Gingrich, dopo la vittoria nel Sud Carolina di 10 giorni fa, è in caduta nei sondaggi e ha perso il «momentum», come dicono gli americani. Vale a dire non riesce più a cavalcare l’onda favorevole degli elettori repubblicani.

È uscito sconfitto ieri sera nelle primary in Florida, con Mitt Romney che ha vinto tutti i 50 delegati, ma lo ha fatto alla sua maniera nei comizi conclusivi di Tampa e del «Village», una comunità dove vivono più di 10 mila pensionati. Ha accusato senza tanti giri di parole l’ex governatore del Massachusetts di essere un «bugiardo», peggio di agire come un «truffatore» con i suoi investimenti sparsi tra la Svizzera, Isole Caiman e con le operazioni discutibili e piratesche di «leveraged buy out» della sua finanziaria Bain Capital, che comprava aziende decotte e con i bilanci in rosso, licenziava quasi tutti i dipendenti, e poi le rivendeva incassando decine di milioni di dollari.

Ma Newt l’irascibile, come è conosciuto a Washington quando guidava i repubblicani al Congresso, si è spinto oltre, accusando Romney di «aver affamato i poveri pensionati ebrei del Massachusetts e di essere contro la libertà religiosa», tema sensibile per l’opinione pubblica americana. Gingrich è un abile oratore che riesce a infiammare gli animi dei repubblicani più conservatori durante i suoi comizi. Ed è soprattutto lo stratega e la mente delle sue campagne elettorali, uno dei punti deboli di Romney sarebbe la religione: quello di essere un mormone. E alla Chiesa mormone dello Utah, Romney ha donato quasi 6 milioni di dollari tra il 2010 e il 2011.

Gingrich ha ricevuto una soffiata da Boston, subito controllata e verificata, sparata nei comizi conclusivi della Florida ad alzo zero contro il mormone Romney per ingraziarsi gli ebrei repubblicani. Staremo a vedere se questi ultimi voteranno per Gingrich nei caucus di sabato prossimo in Nevada e Maine e poi martedì 7 febbraio in Colorado e Minnesota.

I fatti: quando Romney era governatore del Massachusetts, dal 2002 al 2006, ha messo il veto e ha fatto bocciare una legge statale che prevedeva dei sussidi ai pensionati ebrei per l’acquisto di cibo «kosher». «È un chiaro segno che Romney è contro la libertà religiosa, con il suo veto ha impedito a migliaia e migliaia di ebrei praticanti di poter comprare a prezzo calmierato alimenti di prima necessità consigliati dalla loro religione», ha tuonato Gingrich lo scorso lunedì, di fronte ai pensionati del «Village» che in gran parte sono di religione ebrea.

Poi a Tampa, in un comizio organizzato dalle chiese cattoliche, Gingrich ha ripreso lo stesso argomento per ingraziarsi questa volta i repubblicani conservatori, ma di fede cattolica: «Romney non rispetta la libertà religiosa di nessuno, né degli ebrei né dei cattolici. Vuole che lo Stato e il governo federale detti ai cittadini come comportarsi di fronte ai propri dogma», e poi ha lanciato l’affondo contro Romney. «Quando era governatore ha imposto a tutti gli ospedali cattolici del Massachusetts di avere nel pronto soccorso i contraccettivi del giorno dopo per le donne violentate e di farli somministrare per legge dai medici. Sia che le donne volessero o meno usare tali contraccettivi. È un abuso del nostro governatore che contrasta con gli insegnamenti della Chiesa cattolica», ha tuonato Gingrich.

Staremo a vedere se gli attacchi di Newt l’irascibile faranno sprofondare «l’anticristo» Romney, il quale al momento è in testa nei sondaggi dei prossimi caucus.

Addirittura Ron Paul soffierebbe a Gingrich il secondo posto.

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