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Primo voto democratico alle Maldive: macchina elettorale in tilt

Il presidente Gayoom, al potere da trent’anni, sfidato da altri cinque candidati. Lunghe code sotto la pioggia fin dall’apertura dei seggi, ma disguidi nell’invio delle schede costringono la commissione di controllo a prolungare la chiusura delle urne

Primo voto democratico alle Maldive: macchina elettorale in tilt

Saranno bravissimi nell’organizzazione turistica, nell’accoglienza delle centinaia di migliaia di vacanzieri che ogni anno vogliono passare vacanze da sogno sugli atolli di sabbia bianchissima dell’arcipelago, eppure i maldiviani hanno dimostrato di essere dei principianti nell’organizzazione delle prime elezioni presidenziali multi partito del Paese. A poche ore dall’inizio delle operazioni di voto, infatti, la macchina elettorale delle Maldive è andata in tilt: in diversi casi le schede non sono state inviate agli elettori, specialmente negli atolli più sperduti. Tanto che la commissione elettorale ha deciso di prolungare la chiusura dei seggi, prevista per le ore 20 locali (le 17 in Italia) fino a quando saranno smaltite le lunghe code e l’ultimo elettore sarà riuscito a deporre la scheda nell’urna. Questi problemi non hanno comunque intaccato l’entusiasmo con cui gli elettori si sono messi in fila ai seggi fin dalle prime ore del mattino, sotto una pioggia battente. “Sono felice di far questo per il mio Paese, oggi si è votato con un sistema diverso. Sono sicuro che andrà tutto bene”, ha detto Mohamed Mahfouz, uno stilista 35enne, appena uscito dal seggio elettorale. Le Maldive, un arcipelago di 1.196 isole abitate da 300mila persone di fede prevalentemente musulmano-sunnita, sono governate da trent’anni con il pugno di ferro dall’attuale presidente, Maumoon Abdul Gayoom, che per la prima volta, a causa delle crescenti proteste, è stato costretto a confrontarsi con altri cinque candidati: nelle precedenti consultazioni, infatti, Gayoom aveva vinto in assenza di un candidato dell’opposizione. Il regime di Gayoom è stato spesso messo all’indice dalle organizzazioni umanitarie, che hanno inserito le Maldive nelle parti alte delle classifiche dei Paesi senza democrazia. Non solo, molti oppositori, fino a qualche anno fa, sono stati incarcerati senza motivo e alcuni anche soggetti a torture. Le proteste sono sfociate anche in atti di terrorismo: neanche un anno fa un ordigno esplose nel centro della capitale, Malè, provocando morti e feriti.

Le critiche internazionali per la mancanza di democrazia hanno tuttavia indotto il presidente Gayoom a cambiare qualche mese fa la Costituzione, introducendo un sistema di voto con più candidati ed un eventuale ballottaggio.

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