Economia

Prodi: Alitalia fuori controllo, datemi tre mesi

Tregua dei sindacati a patto che vengano congelate cessioni di attività e di aerei

Enrico Bonzio

da Milano

Per risolvere la crisi di Alitalia, il presidente del Consiglio Romano Prodi ha scelto di incontrare prima i sindacati e successivamente il numero uno della Compagnia Giancarlo Cimoli. «Finora non ho mai sentito Cimoli neanche al telefono». Ma poi ha aggiunto: «Abbiamo stabilito di incontrarci: quando tornerò dal Libano (stasera, ndr) stabiliremo la data».
Nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi, che ha soddisfatto i sindacati, il governo ha rilevato che Alitalia «vive il momento più difficile della sua storia e che la situazione è fuori controllo». Prodi ha chiesto una moratoria di tre mesi, fino al 31 gennaio, per elaborare un nuovo piano industriale che rilanci l'ex compagnia di bandiera e la traghetti verso un'alleanza strategica internazionale e alla pari. Il tutto inserito in una riforma organica del settore, come del resto si leggeva anche nel documento che Cimoli ha inviato alla commissione Trasporti. «Non ha senso parlare di ricapitalizzazione - ha affermato Prodi - e alleanze senza strategie di lungo periodo nazionali e internazionali. Serve uno sforzo comune per il rilancio definitivo della compagnia». Riguardo alle alleanze il premier ha detto che una futura partnership con una compagnia straniera dovrà essere «guidata politicamente» perché, ha spiegato, ora la compagnia non è in grado di negoziare alla pari un'alleanza. «Metterò in gioco i rapporti e la credibilità del governo». All'incontro con i sindacati era presente anche il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, che ha dato delle indicazioni sulle linee lungo le quali il governo intende lavorare. Tre mesi sono dedicati a un lavoro di carattere programmatico, ma anche alla gestione del quotidiano. Per quanto riguarda il management, Bianchi ha affermato che «è un problema che affronterà Prodi direttamente nei prossimi giorni e credo che solo lui sia opportuno che lo affronti». Tra le linee guida, il ministro ha menzionato il riassetto degli aeroporti con la riclassificazione tra quelli di interesse nazionale, internazionale e regionale. «In questi anni il sistema aeroportuale è cresciuto e noi non abbiamo adeguato il quadro regolamentare a queste nuove esigenze».
I sindacati, nell’apprezzare l’impegno del governo, considerano azzerato l’attuale piano industriale di Cimoli. In particolare considerano bloccate tutte le iniziative unilaterali, comprese le cessioni di attività e di aeromobili. E solo a queste condizioni sono disposti a una tregua delle agitazioni per i prossimi tre mesi. Da registrare anche la catastrofica dichiarazione del ministro Antonio Di Pietro che in una intervista a La7 ha detto: «Alitalia credo sia in coma irreversibile: prima si portano le carte in Tribunale e meglio è».
L’audizione di Cimoli prevista oggi alla commissione Trasporti della Camera è slittata a data da destinarsi.

In Borsa il titolo ha chiuso con un progresso dell’1,68% a 0,82 euro.

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