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Prodi in crisi minimizza: "Non c'è stato gioco di squadra"

Prodi in crisi minimizza: "Non c'è stato gioco di squadra"

Milano - "Io so tenere ben dritta la barra del timone del governo che ha ancora davanti a sé quattro anni di lavoro comune, anzi, quattro anni e 2-3 mesi visto che la data per le elezioni del 2011 non è ancora stata fissata…". Romano Prodi è un premier nella bufera e tenta di esorcizzare gli spettri di una crisi sulla politica estera e sulle alleanze occidentali.

Cerca di difendersi ostentando sicurezza, e spiega, usando un’immagine "minimalista" lontana dalla realtà di una situazione politica esplosiva per il suo governo che anche l’Economist ha definito "debole", che al Senato "è stata una giornata in cui ci sono stati molti malintesi e non ha funzionato il gioco di squadra in questa circostanza in cui la sveltezza di riflessi giocava un ruolo determinante". L’Unione, insomma, avrebbe messo in campo una bella squadra di sprovveduti… La spaccatura tra governo, centristi ulivisti e gruppi della sinistra radicale della maggioranza insomma, per Prodi non sarebbe altro che "un episodio di importanza non determinante". Così poco determinante da aver causato il preoccupatissimo intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e da rendere necessario un vertice di maggioranza sulla politica estera dell'Italia e sulle sue alleanza internazionali.

Questo mentre la sinistra radicale (ma non solo) mobilita piazze e comitati contro il raddoppio della base Ederle a Vicenza, ma anche contro la presenza Usa nel nostro Paese: un esempio per tutti la ripresa della polemica sulla grande base logistica di Camp Darby a Tirrenia, fra Pisa e Livorno.

Pare un ritorno al passato, con toni e parole d’ordine che ricordano le mobilitazioni antiamericane negli anni Sessanta e Settanta, quando ancora il Muro di Berlino non era stato abbattuto, il patto di Varsavia minacciava l’Italia e l’Europa Occidentale, il Vietnam di Ho Ci Min era un simbolo della sinistra comunista ed extraparlamentare. Chissà se torneranno a sfilare di nuovo i mai dimenticati "partigiani della pace"?

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