Profumo torna alla carica: "Rivedere l'ora di religione"

Il ministro: "La scuola deve cambiare e aggiornarsi, contribuendo alla crescita di un Paese multietnico come l'Italia". Scoppia il dibattito

Profumo torna alla carica: "Rivedere l'ora di religione"

"La scuola deve cambiare e aggiornarsi, contribuendo alla crescita del Paese. A cominciare dai programmi di religione e geografia in un Paese multietnico come è diventato l’Italia". Ne è convinto il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, secondo cui il segno di un cambio di passo è dato dal concorso per i docenti, il cui bando è oggi sulla Gazzetta ufficiale.

Nel giorno dell’inaugurazione ufficiale dell’anno scolastico al Quirinale, il ministro dell'Istruzione ha espresso l’esigenza di "cambiare il modo di fare scuola" con "una revisione dei programmi" a partire dall’insegnamento della religione ma anche della geografia. "Nelle scuole ci sono studenti che provengono da Paesi, culture, religioni diverse - ha dichiarato Profumo - la scuola è più aperta, multietnica, capace di correlarsi al mondo di oggi«. Anche il concorso per gli insegnanti è orientato a preparare la »scuola del futuro". Per questo dopo la prova sulla capacità logiche e deduttive, i candidati dovranno provare la conoscenza dell’inglese e dell’ informatica. Infine, dimostrare con una prova pratica "la capacità di stare con i ragazzi". Secondo Profumo, il concorso rappresenta "una grande opportunità": in un momento"così difficile per il paese" il ministero ha avviato un processo di assunzioni che darà lavoro a 54mila persone. "I precari non possono non tener conto che vi è una legge finora inapplicata ma che va rispettata - ha spiegato - solo così si attua la normalizzazione del paese".

Le reazioni alle parole di Profumo non si sono certo fatte attendere. "Ci auguriamo che le dichiarazioni del ministro sull’ora di religione non siano un’arma di distrazione di massa, mentre è in arrivo il concorso", ha dichiarato il dipietrista Pierfelice Zazzera, vicepresidente della Commissione Cultura della Camera. "Ci piacerebbe ascoltare dal ministro che insieme alla revisione dell’ora di religione si avviasse un taglio ai fondi stanziati per le scuole private e confessionali, così come prevede la nostra Costituzione - ha osservato la senatrice dei Radicali Donatella Poretti, secondo cui è giusto rivedere i programmi dell’ora di religione »purchè sia chiaro che si deve passare dall’abolizione dell’esistente. Oggi nelle scuole italiane non si insegna storia delle religioni, ma si fa catechismo coi soldi pubblici". Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, ha sottolineato che l’ora di religione deve restare cristiana come stabilito dagli accordi concordatari: "È importante il rinnovamento della didattica nel metodo: il messaggio evangelico e i grandi insegnamenti cristiani vanno sempre insegnati, ma c’è spazio anche per un aggancio con il mutare della società e lo sviluppo dei tempi e della cultura". Il portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi, Daniele Lanni ha dato ragione al ministro spiegando che "i programmi di religione e di geografia vanno assolutamente rivisti.

Ma questo non può però bastare per risollevare la didattica italiana, ferma a più di 40 anni fa".

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