Giuseppe Salvaggiulo
da Milano
Assodato che i Centri di permanenza temporanea per immigrati irregolari in attesa di identificazione furono introdotti dalla legge Turco-Napolitano (1998), come votarono allora quelli che oggi li definiscono «lager» e ne promuovono labolizione? Alzarono barricate, salirono sullAventino, scesero in piazza? No, votarono a favore. Nichi Vendola, che guida la schiera di quattordici presidenti regionali nella battaglia per la «chiusura definitiva» dei Cpt, votò sì allistituzione dei Centri e allintera legge. Come Rifondazione e tutto lUlivo.
Una ricerca tra i resoconti stenografici delle sedute della Camera consente di ricostruire le discussioni e le votazioni su articoli, emendamenti e testo definitivo della «Turco-Napolitano». Il disegno di legge numero 3240-Disciplina dellimmigrazione e norme sulla condizione dello straniero, presentato nel febbraio 1997 dal governo (con le firme del premier Romano Prodi e dei ministri Livia Turco, Giorgio Napolitano e Lamberto Dini), approdò nellaula di Montecitorio nellautunno dello stesso anno.
La norma che istituì i Centri di permanenza temporanea era larticolo 12: «Quando non è possibile eseguire con immediatezza lespulsione mediante accompagnamento alla frontiera, ovvero il respingimento (...) il questore dispone che lo straniero sia trattenuto per il tempo strettamente necessario presso il Centro di permanenza temporanea e assistenza più vicino (...). Il questore, avvalendosi della forza pubblica, adotta efficaci misure di vigilanza affinché lo straniero non si allontani indebitamente dal centro e provvede a ripristinare senza ritardo la misura nel caso questa venga violata».
Questarticolo fu discusso e votato dallassemblea di Montecitorio il 18 novembre. Nessuno contestò la legittimità dei Cpt. Il deputato di Rifondazione Giuliano Pisapia sostenne che «il nostro partito ha dimostrato un alto senso di responsabilità accettando il concetto stesso di centri di accoglienza. Quello che non ci convince, invece, è la previsione della competenza a decidere su determinate misure». Non contestava che gli immigrati finissero in un Cpt, ma solo che a mandarceli fosse un magistrato, anziché un questore. Preoccupazione garantista che fu condivisa da Alfredo Biondi (Forza Italia), ma respinta da una larga maggioranza dellAula.
Dopo lesame degli emendamenti, il presidente mise ai voti larticolo. Risultato: 265 sì, 64 no. Il centrosinistra votò compatto. Favorevole Alfonso Pecoraro Scanio, portavoce dei Verdi che oggi definisce i Cpt «lager, carceri, vergogna nazionale». Favorevole Oliviero Diliberto, segretario dei Comunisti Italiani, che ora ne propugna la chiusura perché «quotidianamente, spesso nellindifferenza generale, vengono calpestati diritti e norme internazionali». E favorevole Nichi Vendola, che oggi dice: «I Cpt sono una storia da chiudere, non da umanizzare, da chiudere definitivamente».
Tutti daccordo (Fausto Bertinotti e Armando Cossutta erano assenti in quella seduta). Il giorno successivo, votazione finale sul disegno di legge. Per Rifondazione parlò Ramon Mantovani: «È stato un lavoro lungo e faticoso ma, credo, produttivo». 279 sì, 173 no. Testo approvato.
E Nichi Vendola? Favorevole.
Domenica scorsa, i due ragazzi che distribuivano volantini di questo tenore alla manifestazione promossa da Vendola a Bari contro i Cpt sono stati accolti al grido «Fascisti!».
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