Quei geni morti a un passo dal successo

Era riuscito a resistere il più possibile alla malattia grazie ad una terapia che egli stesso aveva messo a punto, basata sulle cellule dendritiche, le sentinelle del sistema immunitario per la cui scoperta ha conquistato il premio Nobel per la medicina. Ma il biologo Ralph Steinman, canadese di Montreal dov’era nato nel 1943, padre di generazioni di studiosi d’immunologia, non ha fatto in tempo a sapere di avere vinto il massimo riconoscimento scientifico per pochi giorni. La sua morte, come annunciato dalla Rockefeller University di New York, è infatti avvenuta il 30 settembre scorso a causa di un cancro al pancreas contro il quale stava lottando da quattro anni. Una notizia che ha scosso la comunità scientifica internazionale. E che è una sorta di grande beffa, sulla soglia del coronamento di una vita dedicata alla ricerca. La sua scoperta delle sentinelle del sistema immunitario risale infatti al 1973 e solo ora, quasi trent’anni dopo, la comunità gli riconosce il pieno merito scinetifico. Peccato che pochi giorni prima, Steinman sia deceduto. Nemmeno la sua stessa scoperta, che ne ha prolungato la resistenza alla malattia e per la quale sarà premiato, ha permesso ai ritardatari del Nobel di arrivare in tempo.
«Siamo tutti molto commossi che nostro padre sia stato premiato dopo tanti anni di lavoro durissimo», ha detto la figlia del biologo Alexis Steinman in una dichiarazione riportata sul sito dell’università. «Ha dedicato la sua vita al lavoro e alla famiglia, e sarebbe stato davvero onorato», ha aggiunto. Per il presidente della Rockefeller University, Marc Tessier-Lavigne, è un premio che fa onore all’università, ma che «sa di amaro». Anche l’università avrebbe appreso della notizia della morte soltanto ieri mattina dalla famiglia. «Le ricerche di Ralph - ha detto ancora Tessier-Lavigne - hanno gettato le basi per numerose scoperte nel campo importantissimo dell’immunologia ed ha aperto la strada ad approcci innovativi nelle terapie contro il cancro, le malattie infettive e i disordini del sistema immunitario». Tutta la vicenda però ha creato un grave imbarazzo all’Assemblea dei Nobel alla Karolinska Institutet, la prestigiosa università di medicina svedese alla quale spetta la scelta dei Nobel per la medicina. La giuria che ha assegnato il premio non era a conoscenza del fatto che uno di loro era deceduto venerdì scorso. Metà della somma in palio, oltre un milione di euro, doveva andare proprio allo scienziato scomparso. Il regolamento del Nobel infatti non permette di assegnare il premio alla memoria, ha spiegato il direttore dell’Assemblea Goeran Hansson. Per questo motivo, l’assegnazione del premio a Steinman sarà mantenuta.
La cellula dendritica scoperta nel 1973 da Steinman campiona il microambiente e funziona come sentinella, ossia avvisa il sistema immunitario che di conseguenza fa scattare la reazione. Insieme a Steinman, il Nobel per la medicina è stato assegnato all’americano Bruce Beutler e al francese (nato in Lussemburgo) Jules Hoffmann per i loro studi sui sistemi immunitari basati su una ricerca in cui si mostra come le mosche si difendono dai microrganismi. Il premio, precisa il comunicato, va per metà a Beutler e Hoffmann «per i loro lavori sul sistema immunitario innato», per l’altra metà a Steinmann per la sua ricerca sul «sistema immunitario adattativo».

La ricaduta più importante di questa scoperta è sui vaccini. Ma oltre ad essere importantissime sul piano teorico hanno anche delle ricadute che nei prossimi anni potrebbero offrire cure per una serie di malattie importanti come i tumori.

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