Cronache

Al via la raccolta firme per i disoccupati d’età

Sono in novemila nella sola provincia di Genova e vengono definiti «troppo giovani per la pensione e troppo anziani per lavorare». Sono gli ultraquarantenni che hanno perso il lavoro e che adesso, a causa della loro età anagrafica, non riescono più a reinserirsi. Proprio per questo motivo, che costituisce motivo di fortissima preoccupazione economica ed esistenziale per migliaia di famiglie, il Sindacato per l’occupazione degli ultraquarantenni (Sou) ha organizzato banchetti per la raccolta firme in altrettanti punti della città. Per la precisione, oggi il banchetto sarà dislocato a Piccapietra in via XII Ottobre, di fronte al bar Moody. Domani, invece, verrà trasferito in piazza Dante, davanti al grattacielo.
Per quanto riguarda invece le sedi del Sou, dove gli interessati possono rivolgersi per saperne di più, ce ne sono tre. La prima è nel quartiere Foce (piazza Palermo 10B cancello, referente Tina Di Bella cell. 339.2643919); la seconda si trova a Prà (via Prà 44 nero, referente Orietta Gallini); la terza nel quartiere Molo (via dei Giustiniani 42rosso, referente Guerrasio, presidente nazionale, tel. 010.2472318-338.2395742).
Le firme serviranno al Sou per presentare alle istituzioni locali e nazionali che si occupano di politica del lavoro, alcune proposte destinate al reinserimento degli ultraquarantenni nella macchina produttiva.
Il Sou nasce nel 2002 a Erba (Como), su iniziativa di un centinaio di disoccupati-forzati ultraquarantenni che, attraverso un quotidiano nazionale, lamentavano la mancanza di un loro portavoce dinanzi alle istituzioni che si occupano di politica del lavoro.
Queste persone sono cittadini che dopo alcuni decenni di lavoro professionale impiegatizio-dirigenziale, si sono trovati improvvisamente privi di laloro in quanto le istituzioni non fecero una tempestiva politica di reinserimento e di riqualificazione quando si verificarono cessioni d’aziende, calo di produttività e mutamenti dei profili professionali a seguito di progressi tecnologici e di problematiche economico-fiscali.
Le loro difficoltà al reinserimento nascono soprattutto dal fatto che l’età anagrafica dei disoccupati varia dai 35 ai 55 anni.

Cioé una fascia d’età che le aziende non gradiscono, optando di solito per personale più giovane, meno esperto ma anche meno caro.

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