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Rai, il Cda blocca il codice Braccio di ferro con il dg Masi: pronto nuovo testo

Scontro in Cda: stoppato il documento di Masi sul pluralismo. Ma il dg prepara un altro testo: no al pubblico fazioso, controllo di scalette e ospiti. L'opposizione attacca anche su Minzolini

Rai, il Cda blocca il codice 
Braccio di ferro con il dg 
Masi: pronto nuovo testo

Roma - Mandato pieno al direttore generale Mauro Masi per garantire rispetto del pluralismo, contraddittorio e completezza dell’informazione e via libera a tre fiction. Questo quanto approvato, all’unanimità e con ampio dibattito, oggi dal Cda della Rai, riunito dopo la pausa estiva. Questo il comunicato ufficiale. Dietro c'è un duro scontro tra il Cda, capeggiato dal presidente Garimberti, e il dg sul "codice" per i programmi informativi. Bocciato senza riserve dal consiglio. Ma Mas, come anticipa Dagospia in tarda serata, sta già mettendo a punto un nuovo documento che fissa i paletti per le trasmissioni di informazione. No al pubblico fazioso in studio. Scaletta e ospiti visionati in anticipo.

Il codice Masi Il documento iniziale, che invita i direttori di rete e testata a evitare che il pubblico sia parte attiva nei programmi e segnala il rischio di sospensione per le trasmissioni non conformi alle schede informative, avrebbe infatti dato al dg maggiore possibilità di intervento sui programmi, anche sul fronte della gestione degli ospiti. Impostazione però criticata dall’opposizione che ha fatto intendere che il documento sarebbe stato stoppato ancora prima di ricevere l’avallo. Versione che invece sarebbe lontana dalle intenzioni del dg nella versione circolata su internet. Di qui il dibattito e la mediazione con la formula del mandato al dg per il rispetto del pluralismo, con il risultato, faceva notare un consigliere di minoranza, di una delibera generica, seppure valida oltre che per i tg anche per i talk, e la cui intenzione era di salvare l’autonomia editoriale di direttori di rete e conduttori. Alla fine in Cda si è arrivati a una delibera approvata all’unanimità dei presenti (assente Rodolfo De Laurentiis).

Scontro sul Tg1 Sempre in tema di informazione il Cda ha discusso a lungo anche del caso Minzolini, con il presidente Paolo Garimberti che ha ribadito le critiche espresse nella lettera inviata a Masi la scorsa settimana dopo l’editoriale del direttore del tg1 sull’opportunità del voto anticipato. E poi, i dati di ascolto del Tg, giudicato in calo dall’opposizione e non tanto dalla maggioranza. Tutti temi questi, su cui l’opposizione ha chiesto di ascoltare in tempi brevi i vertici della Rai in Vigilanza.

Ascolti In Cda per la prima volta si è fatta anche una riflessione sull’effetto del nuovo tg di Enrico Mentana e sul calo degli ascolti. Secondo alcuni consiglieri la riduzione del pubblico del Tg1 sommata al calo del Tg5 non giustifica da sola l’incremento registrato dal tgla7. Ciò significa che il bacino degli ascolti dei telegiornali è aumentato in generale. Infine il via libera a tre fiction: Mia madre, Micol e le sorelle Fontana e La battaglia di Vienna del 1683. Ma il film sulla battaglia di Vienna, realizzato da Renzo Martinelli (regista di Barbarossa), ha diviso il consiglio.

Il contratto per la produzione del nuovo film di Martinelli verrà realizzato in due versioni, una per il cinema, l’altra per la tv, ma ha avuto il voto contrario dei consiglieri di opposizione Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e del presidente Paolo Garimberti che hanno espresso perplessità di natura economica e non solo.

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