Politica

La regina: «Le bombe non ci cambieranno»

Sua Maestà invita i sudditi a tornare alla vita normale

GAIA CESARE nostro inviato a Londra
È stato l’ospedale più vicino alla prima bomba, quella esplosa su un treno che da Aldgate stava raggiungendo la stazione metropolitana di Liverpool Street. Da qui si sono levati gli elicotteri che hanno raggiunto i luoghi degli attentati per prestare i primi soccorsi e accogliere il più alto numero di pazienti, oltre duecento. E proprio dal Royal London Hospital, Elisabetta II ha voluto rispondere ieri a chi ha minacciato la sua terra e i suoi sudditi.
È arrivata poco dopo le 16 Sua Maestà per portare ai feriti e agli inglesi parole di orgoglio e di coraggio alla nazione. Un messaggio breve e deciso, che oltre a incitare la sua gente a reagire è suonato come un monito ai terroristi: le bombe «non cambieranno il nostro stile di vita». «Atrocità come queste - ha aggiunto la regina - possono solo rafforzare il nostro senso di comunità, la nostra umanità e la nostra fiducia nella legge».
Non è tempo per la famiglia reale di stare chiusa a Buckingham Palace. Ieri, sia per Elisabetta II che per il principe Carlo, è stato il giorno dell’incontro con la gente, con gli inglesi che quel 7 luglio drammatico se lo porteranno nell’anima e anche sulla pelle. A metà mattinata è stato proprio Carlo, insieme a Camilla - impeccabile a fianco del marito - a fare la prima apparizione al St Mary’s Hospital, a pochi passi da Edgware Road, luogo della terza esplosione. Un’uscita avvenuta nella discrezione tipica della famiglia reale, una visita che ha avvicinato la duchessa di Cornovaglia agli inglesi e che per un attimo sembra aver fatto dimenticare Diana, la principessa rimasta nel cuore degli inglesi anche per i suoi gesti di vicinanza ai più deboli. «Sono molto orgogliosa di essere britannica», ha detto Camilla dopo aver elargito sorrisi e parole di conforto ai feriti.
«Quello che non potrò mai dimenticare è la forza del popolo britannico - ha aggiunto Carlo che si è soffermato con diversi pazienti -. Avete fornito a noi tutti un fantastico esempio su come reagire a questo genere di tragedie».
Ma è stata Elisabetta II a interpretare meglio gli umori e le sensazioni del Paese. Dopo aver espresso disprezzo per gli atti «commessi contro innocenti», «ammirazione e vicinanza» ai parenti delle vittime e dei feriti, la regina ha ricordato gli anni degli attacchi dei terroristi dell’Ira. A Londra, infatti, il giovedì nero degli inglesi più che ricordare l’11 settembre americano e l’11 marzo spagnolo, rievoca gli anni bui delle bombe dei gruppi armati nordirlandesi.

Ieri come oggi Sua Maestà ha lodato i londinesi, «determinati a tornare alla vita normale» e come nei sanguinosi anni ’70, lei era con la sua gente e la sua città, pronta a guardare avanti.

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