Cultura e Spettacoli

Ricossa smonta le baggianate sulla decrescita

L'Expo non è ancora partito, ma il suo primo danno culturale l'ha già fatto. "Impariamo l'economia" vi pone rimedio

Ricossa smonta le baggianate sulla decrescita

L'Expo non è ancora partito, ma il suo primo danno culturale l'ha già fatto. Diciamo che si tratta di un inciampo, a volere essere indulgenti. L'idea, semplifichiamo, è che il mercato di per sé sia cattivo e ingiusto. È necessaria qualche forma di intervento per renderlo più equo. E il cibo sarebbe un caso di scuola. Dobbiamo sfruttare di meno le nostre risorse, dobbiamo felicemente decrescere; ma al tempo stesso dobbiamo riscoprire la nostra biodiversità (il lardo di Colonnata e roba simile) e riportare le coltivazioni alle tecniche storiche (quelle che garantivano raccolti insufficienti e numerose carestie).

Ovviamente a decidere come e quando decresceremo, sarà un gruppo di illuminati (da Petrini a Farinetti) che di questa ideologia ha fatto un business. In questo filone si inserisce anche la nostra stampa «ecologista».

L'editore Jaca Book si è inventato una collana imbarazzante, intitolata «I precursori della decrescita», affidandola niente meno che a Serge Latouche, il maggior teorico, appunto, del pensiero della decrescita. Ecco i titoli usciti negli ultimi mesi: Jacques Ellul, Contro il totalitarismo tecnico ; Lev Tolstoj, Contro il fantasma dell'onnipotenza ; Tiziano Terzani, Verso la rivoluzione della coscienza ; Enrico Berlinguer, L'austerità giusta ; Charles Fourier, Un pensiero controcorrente ; Pier Paolo Pasolini, L'insensata modernità ; Cornelius Castoriadis, L'autonomia radicale .

Si tratta di un ottimo elenco per capire cosa evitare accuratamente. Sono libri che non servono neanche ai fini della «conoscenza del nemico». Dal punto di vista tecnico ed economico sono semplicemente ridicoli. Vi sia utile piuttosto un libricino (lo custodisco in una vecchia edizione della Bur) di Sergio Ricossa, dal titolo Impariamo l'economia . Utile per capire con semplicità che tipo di baggianata sia la decrescita. A proposito di cibo e ristoratori, leggetevi invece una della prime pagine di un recente libro di Alberto Mingardi, L'intelligenza del denaro (Marsilio). Qui l'autore racconta lo stupore di un collettivista per il perfetto funzionamento, senza alcuna pianificazione, del sistema di ristorazione a New York. È il mercato bellezza.

Altro che decrescita.

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