Rimettiamoci il colore

Nell’era in cui l’uomo viveva all’aperto, più a contatto con la natura e le sue meravigliose espressioni fisiche, animali, vegetali e floreali, il colore faceva parte del comune sentire della gente che ne coglieva varietà e toni senza fatica e soprattutto senza sbagliare scelte e accostamenti. Viaggiando attraverso i Paesi del continente asiatico ciò risulta molto chiaro, particolarmente in India dove il retaggio dell’antica civiltà locale è molto presente nonostante la globalizzazione tenda a cancellarne alcuni caratteri. Nei Paesi occidentali e l’Italia è fra questi, il senso del colore è ormai perduto e sempre meno le persone lo sanno sentire e utilizzare. Quale fra gli animali è vestito di colori male assortiti? Forse il cavallo? Forse la zebra? Il leone? Il gatto? Il pettirosso o piuttosto il pavone? A tanta maestria del creatore corrisponde altrettanta ignoranza di alcune delle creature, le più presuntuose, che propongono accostamenti e insieme di cromatismi a dir poco obbrobriosi. Non è così per i creativi più virtuosi che non voglio citare per non offendere i non compresi nell’elenco perché dimenticati o non citati.

Per riappropriarci del senso del colore osserviamo la natura e ciò che questa propone; osserviamo i fiori e gli animali, dai primi impareremo i colori delle stagioni, dai secondi la semplicità nella scelta e negli accostamenti per il massimo dell’eleganza.

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