Roma

Rivoluzione digitale, carabinieri all’avanguardia

Nell’Ict è l’Arma il modello da seguire

Cambia volto e sta al passo coi tempi l’organizzazione dei carabinieri. Che per una volta abbandonano la «tradizione» e vestono i panni di leader dell’Ict, l’information communication technology. Un percorso di circa quindici anni per arrivare a cementificare un archivio elettronico fatto di 22 milioni di documenti, movimentando 320mila e-mail ogni giorno dopo avere strutturato a livello informatico ben 5.500 presidi in Italia con un rapporto di un computer disponibile ogni due carabinieri.
Un’operazione non da poco illustrata dal colonnello Pasquale Lavacca, a capo del III Reparto telematica del Comando generale insieme coi colleghi del IV Reparto dello Stato maggiore della Difesa, nel corso del Forum della pubblica amministrazione in questi giorni in svolgimento alla nuova Fiera di Roma. In pratica il sistema gestionale dell’informatizzazione dell’Arma viene presentato come modello per la pubblica amministrazione, e non solo.
«Non è stato facile - spiega Lavacca - combattere nel tempo contro la mancanza di fondi. Ma avere cominciato da subito ad applicare le innovazioni telematiche all’organizzazione quotidiana del lavoro dei nostri uomini, se all’inizio è sembrato dispendioso, presto ha dato dei frutti eccezionali. L’importante, ora, è non fermarsi, andare avanti. Perché la comunicazione elettronica è in continua evoluzione e ci sono sempre strumenti migliori da scoprire e da poter applicare».
Al «Reparto telematica» fanno capo ingegneri informatici ed esperti hardware e software inquadrati nel ruolo tecnico dell’Arma. Alle dipendenze c’è pure l’ufficio armamento che si occupa di tutte le dotazioni.
«Tra i nostri obiettivi ora - dice ancora il colonnello Lavacca - è la centralizzazione del sistema. Come nel caso del Cna, il centro per l’elaborazione degli stipendi, ora unico per tutta l’Italia a Chieti. Quindi, lo sviluppo della rete satellitare che tra poco andrà ad aggiungersi ai ponti radio, al digitale e alle reti di fibra ottica».
In fiera, al convegno «La Governance dell’innovazione nella pubblica amministrazione centrale: ruolo e linee strategiche della Conferenza permanente per l’innovazione tecnologica», i carabinieri hanno illustrato alcuni traguardi operativi raggiunti: l’equipaggiamento delle auto con sistemi automatici di riconoscimento della velocità o di targhe sospette, l’utilizzo di Pc portatili wireless con accesso alle banche dati (sistema Adamo), la possibilità di riprese da inviare in diretta alle sale operative, il sistema di mappatura del territorio in uso al nucleo della Tutela ambiente. Senza dimenticare il maxi-cervellone, «Leonardo», per la catalogazione delle opere d’arte scomparse, in cui sono registrati ben 900mila beni artistici, e senza tralasciare l’«Ibis» (Integrated Ballistic Identification System), un archivio delle immagini delle micro-segnature lasciate dalle componenti meccaniche delle armi da fuoco sui proiettili e sui bossoli, oppure l’«Afis» (Automatic Fingerprint Identification System), un sistema di identificazione delle impronte digitali che permette il collegamento di tutti i comandi alla banca dati dattiloscopica del casellario centrale d’identità.
La sfida più dura? «Sostituire i documenti cartacei - conclude Lavacca - con quelli autenticati da firma elettronica.

Qui c’è voluto un cambio di mentalità».

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