Cronaca locale

Allarme diossina a Roma: "Rischio effetti cancerogeni"

Il livello di diossina in alcune zone di Roma è 35 volte superiore al normale: ecco quali sono state le conseguenze dopo l'incendio di Centocelle e i consigli dell'esperto

Allarme diossina a Roma: "Rischio effetti cancerogeni"

L'incendio scoppiato a Centocelle lo scorso fine settimana, per il quale è stato consigliato alla cittadinanza dell'area di mantenere chiuse le finestre di casa e indossare le mascherine se ci si trovava all'aperto, sta continuando a provocare serie conseguenze. I campionatori dell'aria installati da Arpa Lazio hanno misurato valori di diossina ben oltre la soglia consentita, più di 35 volte i limiti imposti dall'Oms. A fronte di un valore massimo di 0,3, i valori tossici hanno raggiunto punte di 10,6 ng/m3.

Valore più alto mai registrato

In confronto, quanto accaduto a giugno a Malagrotta è nulla: quel rogo fece aumentare le particelle di diossina fino a 0,9 a Fiumicino, un valore oltre il limite ma di poco. Questa volta, infatti, si tratta del valore più alto mai toccato: come ricorda Repubblica, bisogna tornare indietro di alcuni anni, al maggio 2017 quando prese fuoco un'azienda di rifiuti di Pomezia, a sud di Roma. Come mai, stavolta, il valore è così elevato? La causa sarebbe da ricercare nel tipo di materiale andato a fuoco come copertoni, oli e batterie. Intanto, continuano monitoraggio e analisi in zona ma anche su Roma per scongiurare guai peggiori e vedere quando si abbasseranno i livelli per rientrare alla normalità: per questa ragione, l'Arpa ha fatto sapere che saranno controllate acque e suoli per scovare tracce di eventuali sostanze inquinanti che si possono essere depositate dopo l'incendio.

incendio Centocelle

"Enormi rischi per la salute"

Le particelle di diossina nell'aria possono determinare "enormi rischi per la salute umana, essendo ben noti gli effetti cancerogeni e neurotossici di tale sostanza sul corpo umano": lo ha affermato all'Adnkronos la Sima (Società italiana di medicina ambientale) dopo la diffusione dei primi dati Arpa relativi al rogo lanciando l'allarme sulle potenziali conseguenze novice per la popolazione. La Sima ha raccomandato ai cittadini romani "di verificare i dati di Arpa Lazio sul livello di inquinanti nelle varie aree della città di Roma e, sulla base dei di questi, evitare di uscire di casa quando i livelli di polveri sono elevati, rinunciare a passeggiate e attività sportiva all'aperto, rimanere in casa con le finestre chiuse e utilizzare sistemi di aerazione e purificazione adeguati".

"Distruttore endocrino"

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) ha classificato la diossina come "inquinante organico persistente" e dagli effetti cancoregini e neurotossici perché funge anche da "distruttore endocrino", ha aggiunto il presidente della Sima, Alessandro Miani. Non su tutta l'area metropolitana di Roma, ovviamente, c'è lo stesso livello di allerta e rischio che "è limitato all'area interessata dai fumi del rogo e, in caso di nube tossica, a tutto il territorio colpito dalla ricaduta a terra dei fumi". Secondo l'esperto, l'accumulo della diossina può durare da quasi sei anni fino a 11,3 anni "soprattutto nei tessuti grassi dell'uomo".

Per quanto pericolosa, come detto, Miani sottolinea che si tratta di una sostanza "chimicamente pesante che tende a precipitare entro brevi distanze dal luogo di emissione in atmosfera".

Il rogo, però, potrebbe aver liberato nell'aria anche altre sostanze tossiche e cancerogene come "metalli pesanti, furani e idrocarburi policiclici aromatici": anche stavolta, massima attenzione ai soggetti più fragili oltre ai bambini e gli anziani.

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