Cronaca locale

Allarme siccità anche a Roma e nel Lazio: ecco cosa rischiano

Allarme siccità anche a Roma e nel Lazio che rischiano di subire il razionamento dell’acqua, se non pioverà nei prossimi 10 giorni

Allarme siccità anche a Roma e nel Lazio: ecco cosa rischiano

Anche Roma e il Lazio rischiano di vedersi razionata l’acqua se non pioverà nei prossimi dieci giorni. La portata d’acqua di fiumi e laghi è sempre minore e in certi casi si tratta di metri di differenze. Non sono solo le conseguenze ambientali a far paura adesso. Se nei prossimi dieci giorni la situazione non cambierà e continueranno a mancare le precipitazioni di una certa importanza, c’è il rischio sempre più reale che si cominci a parlare di razionamento dell’acqua. La situazione è ormai tragica. Non sta piovendo da poco meno di un mese sul Tevere. Sono solo 162 i millimetri di pioggia caduti quest’anno, mentre nello stesso periodo dello scorso anno, nel 2021, ne erano caduti il doppio.

Cosa succede se continua a non piovere

A dare l’allarme, come riportato da Il Messaggero, è stato Massimo Gargano, ovvero il direttore generale dell'Anbi, l'Associazione nazionale dei consorzi di bonifica, che ha parlato addirittura di situazione tragica. Gargano ha spiegato che se l’assenza di piogge dovesse continuare ancora per una settimana-dieci giorni, ci sarebbe a disposizione meno acqua per tutti gli usi, a partire da quello potabile. Il razionamento partirebbe inizialmente da una diminuzione della potenza dell'acqua. In questo caso a soffrire sarebbero prima di tutto le zone più lontane dalla pressione, come per esempio gli appartamenti ai piani più alti dei condomini. A risentirne sarebbe anche l’agricoltura. I laghi che si trovano a sud di Roma, in particolare quelli situati nel territorio dei Castelli Romani, sono quelli che preoccupano di più perché hanno raggiunto il minimo storico con un deficit quantificabile in 50 milioni di metri cubi. "In queste zone le conseguenze dei cambiamenti climatici si sommano ad un’eccessiva pressione antropica, maturata negli anni. I prelievi idrici hanno abbassato la falda così tanto che non è più in grado di ricaricare i laghi: anche le loro acque sono richiamate dal sottosuolo", ha proseguito nella spiegazione il direttore Gargano.

La situazione a Bracciano

Il sindaco di Bracciano, Marco Crocicchi, ha detto all’Ansa che non si esclude a priori il razionamento, anche se per il momento si pensa solo a ottimizzare la pressione. "Allo stato attuale non ci è stata comunicata una prospettiva di razionamento. Quindi non sono pianificate fasce orarie di spegnimento. Ma da Acea ci hanno informato che si sta già procedendo all'ottimizzazione delle pressioni. Ovvero delle manovre per tenere le pressioni dappertutto al minimo utilizzabile. Se riescono con questa strategia, anche con l'utilizzo dei serbatoi, cercheranno di superare l'estate senza dover trovarsi costretti, ma non possiamo escluderlo, al razionamento". L'allarme della siccità "non è solo locale ma proprio nazionale. Siamo tutti sulla stessa barca" ha precisato il primo cittadino che poi, riguardo ai prelievi sul lago, ha aggiunto: dal 2017, ovvero "da quando ci fu l'ordinanza della regione Lazio, il prelievo al Lago di Bracciano è stato assolutamente interrotto. Anche se non ci sono prelievi la siccità lo mette però a rischio, e alcuni guardano al lago per risolvere il problema ma non sarà così. Attualmente la legge non lo consente".

Soffre anche il Tevere

Anche i fiumi romani boccheggiano e registrano un livello d'acqua molto più basso rispetto a quello dello scorso anno, sarebbero infatti più bassi di oltre un metro. Problema che si registra per il Tevere, il Sacco e l'Aniene. Le bombe d’acqua peggiorano la situazione, così come la mancanza della neve, che permette all'acqua di impregnare il terreno più lentamente. A risentirne è la vita biologica, e proprio per questo motivo non si escludono nuove morie di pesci. Per cercare di limitare il problema, secondo Gargano dovrebbe essere attuato quello che viene chiamato ‘piano laghetti’, già predisposto da Anbi, Coldiretti e Consorzi di bonifica. Come ha spiegato il direttore, "dei 305 miliardi di acque piovane ne raccogliamo appena l’11%, l’obiettivo è di raddoppiarle. Per questo abbiamo pensato di costruire dei bacini piccoli e medi scavandoli nel terreno per l’acqua piovana".

Una possibile soluzione

Sarebbero dei laghetti multifunzionali: verrebbero costruiti ad altezze diverse per creare energia idroelettrica attraverso il sistema di caduta delle acque e sfruttando il costo minore dell’energia che si ha durante le ore notturne, con un sistema di pompe l’acqua verrebbe riportata in alto per far ripartire lo stesso processo il giorno seguente. Verrebbero anche posizionati dei pannelli fotovoltaici galleggianti su una parte degli specchi d’acqua. Questo sistema garantirebbe la limitazione dell'evaporazione nelle zone più soggette a siccità, aumenterebbe la produzione energetica e allo stesso tempo andrebbe a eliminare l'emissione di anidride carbonica. "Il sistema di laghetti aiuterebbe la ricarica delle falde acquifere e l'acqua potrebbe essere utilizzata per irrigare i campi evitando i prelievi", ha sottolineato Gargano.

Previsti temporali

Intanto, da oggi pomeriggio e per le successive 6 ore sono previste nel Lazio precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o breve temporale in particolare sui settori orientali. Infatti, dopo che il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse, iI Centro Funzionale Regionale ha inoltrato un bollettino con allerta gialla per criticità idrogeologica a causa di temporali su Appennino di Rieti, Aniene e Bacino del Liri.

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