Cronaca locale

"Nella moschea solo degrado": lo dicono persino gli islamici

L’allarme lanciato dall’Associazione nazionale musulmani italiani sul giornale on line Dailymuslim

"Nella moschea solo degrado": lo dicono persino gli islamici

Nella sempre più numerosa e composita comunità islamica italiana non mancano i motivi di attrito e polemica. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello della richiesta di chiusura della Grande Moschea di Roma. La più importante, in termini di ampiezza, d'Europa.

A prendere l’iniziativa l'associazione nazionale musulmani italiani. In una nota stampa, pubblicata sul giornale online DailyMuslim, si racconta l'esperienza di un dirigente dell'associazione in visita a Roma. Una mattina ha deciso di andare a pregare nel più grande luogo di culto del mondo islamico in Occidente. Ma era chiuso. All'ingresso una persona, quasi in veste di custode, diceva di non poter aprire a nessuno.
"Uno dei più grandi centri di culto d’Europa che impedisce la preghiera ad un viaggiatore, quando la preghiera è un fondamento dell’Islam è una contraddizione nei termini." dichiarano i dirigenti dell'Anmi, l’Associazione nazionale musulmani italiani.

"Quella moschea - aggiungono - che dovrebbe essere punto di riferimento per il dialogo e lo scambio interculturale tra le genti del nostro Paese, creando opportunità commerciali fungendo da volano per la piccola imprenditoria, creando nei grandi spazi aperti vicino le fontane (mai in funzione tra l’altro), attività che creerebbero indotto lavorativo."

Secondo gli aderenti all'associazione la "Grande Moschea è in decadenza non solo spirituale, ma anche materiale: si vedono crepe, calcinaci caduti, lo stato delle piscine esterne è degradato, all’interno sembra quasi che stia per crollare tutto, nonostante, come popolo dice, alcune nazioni musulmane elargiscano somme per mantenere in buone condizioni la moschea." Non è infatti un segreto che la moschea di Roma sia sostenuta dall'Arabia Saudita e dal Marocco.

Considerata un faro di luce dell'Islam in Occidente, la prima pietra della Grande Moschea fu posata nel 1984 alla presenza dell'allora presidente della Repubblica Sandro Pertini. Fu voluta e finanziata dal re Faysal dell'Arabia Saudita, capostipite della famiglia reale saudita, nonché Custode delle due moschee della Mecca e di Medina, oggi versa in uno stato di totale abbandono ed è aperta solo in alcuni giorni prestabiliti privando, così, chiunque volesse, della possibilità di pregare al suo interno.

"Davanti ad una simile situazione di decadenza ci chiediamo se, a questo punto, non sia meglio chiudere quella struttura. Quanto prima, sentita la dirigenza di Anmi, chiederemo un incontro all’ambasciatore del Regno del Marocco, in quanto Paese sponsor della Grande Moschea, per capire e cercare di illustrare i mille problemi di questa bellissima opera d’arte, cercando al contempo di avere risposte per tutti quei fedeli che ormai sembrano rassegnati a vedere la moschea solo nelle foto ricordo”.

Quella che quindi è nata come la più grande istituzione in Occidente del mondo islamico, simbolicamente ponte al centro del Mediterraneo, potrebbe rischiare di chiudere.

E a volerlo sarebbe parte del mondo musulmano.

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