Cronaca locale

Che fine ha fatto Spelacchio? È diventato una baby home (abbandonata)

Il suo legno, simbolo triste del Natale a 5 Stelle, è tornato a Roma dopo essersi trasformato in una casetta per bambini. Peccato che questa sia abbandonata

Che fine ha fatto Spelacchio? È diventato una baby home (abbandonata)

Diciamocelo, il prossimo Natale è dietro l’angolo e c’è già chi si chiede come Roma sarà addobbata a festa. Ma facciamo un passo indietro. Torniamo all’inverno 2017. Vi ricordate del “meraviglioso” Spelacchio piantato per l’occasione in piazza Venezia? Che fine ha fatto?

L’albero più famoso di Roma (se non del mondo), quello che due anni fa divenne un fenomeno politico e mediatico, ha cambiato vita ma resta comunque abbandonato al suo destino. Triste fine. L’abete, spenti i riflettori, è tornato in silenzio nella Capitale. Viene trasformato in una casetta-nursery, una baby home, che però prende polvere da oltre un anno nel verde di Villa Borghese. Lo scrive il Corriere della Sera.

“Vogliamo fare di questa star internazionale un esempio concreto di riuso creativo, perché tutto può tornare a nuova vita”, aveva spiegato a gennaio 2018 la sindaca, Virginia Raggi, annunciando appunto l’imminente nuova vita di Spelacchio.

L’icona purtroppo triste del Natale infatti, finite le feste e le contestazioni per la scarsa avvenenza della chioma, era ripartito per la sua terra, il Trentino. E lì la Magnifica Comunità di Fiemme si era offerta di utilizzare il suo legno pregiato per creare una baby home, un luogo per le mamme dotato di poltrona per sedersi, allattare e fasciatoi. Il tutto da regalare alla città eterna. Quale luogo migliore quindi per accogliere uno spazio simile se non la frequentata Villa Borghese?

La casetta, però, da un anno è posizionata, o meglio, abbandonata, vicino a una ludoteca transennata, isolata e, soprattutto, inutilizzata. I giardinieri del parco hanno fatto il loro dovere, tengono pulita l’area, ma non possono certo occuparsi di una simile struttura. La casetta non è mai stata allestita, perché manca l’allaccio alla corrente elettrica, quindi non può accogliere nessuno.

Un pasticciaccio brutto che Roma, e soprattutto i romani, hanno il diritto di conoscere.

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