Cronaca locale

La Murgia elogia le okkupazioni: "È una esperienza educativa"

La scrittrice Michela Murgia al liceo Virgilio occupato dagli studenti: "Una scuola che non ha mai fatto un’occupazione non sa cosa si perde"

La Murgia elogia le okkupazioni: "È una esperienza educativa"

Le okkupazioni? "Educative". Anzi: una delle "esperienze più scolastiche nel senso pedagogico del termine". Parola di Michela Murgia. E noi che pensavamo di formare i ragazzi con compiti a casa, regole, rispetto delle gerarchie, verifiche, interrogazioni, bocciature più severe e - magari - servizio civile o militare obbligatorio.Che sbadati. Per educare i nostri figli o alunni non c’è niente di meglio di una tre giorni di autogestione.

Il liceo Virgilio di Roma da ieri è in stato di agitazione per via di un’area in cui fino al 2010 gli studenti potevano fare educazione fisica, poi "ceduta per la costruzione" di un parking. La protesta è rivolta "alla sovrintendenza" nella speranza "di ottenere un incontro". Nell’attesa, gli studenti si sono organizzati per affrontare nelle aule okkupate "le tematiche che ci caratterizzano a livello politico": antifascismo, femminismo, immigrazione, ambiente, giornalismo e via dicendo. Il primo ospite di peso, subito dopo la rassegna stampa mattutina, è stata proprio Michela Murgia. Aula 66. Tema: "Femminismo e patriarcato che opprime la nostra società". Non entreremo nel dettaglio di quanto detto a scuola dalla scrittrice. Quel che merita una riflessione, infatti, sono piuttosto le frasi rilasciate in un’intervista pubblicata sulla pagina Facebook del Collettivo Autorganizzato Virgilio.

Passi pure (anche se non condividiamo) la scelta di prestarsi ad iniziative durante l’occupazione di un edificio pubblico, che di norma rende complicato lo svolgimento delle lezioni ed il normale apprendimento scolastico. Ma descriverla come la più educativa delle pratiche ci pare esagerato. Un tantino fuori dal tempo. E pure sbagliato. "Io credo che una occupazione come quella che state facendo - dice la scrittrice - sia una delle esperienze più scolastiche, nel senso pedagogico del termine, che vi capiterà di fare. La capacità di interagire e autoregolarsi è una competenza che nessun sistema gerarchico è in grado di darvi". Per imparare l’autonomia meglio allontanare gli insegnanti per entrare in un "meccanismo di relazione" tra pari. Ecco perché "una scuola che non ha mai fatto un’occupazione, e non l’ha mai fatta in questo modo, non sa cosa si perde". Non va criminalizzata, anzi: "È una esperienza educativa".

Chi scrive, purtroppo, da giovane ha partecipato a (futili) settimane autogestite. E ne riconosce l’inutilità educativa. Non ha però mai sostenuto l’occupazione di una scuola, decisione che tuttavia non ne ha limitato lo sviluppo formativo. Il più delle volte infatti okkupare diventa un modo per cazzeggiare allegramente un paio di giorni sfruttando un pretesto qualsiasi. Gli studenti del Virgilio riconoscono che il gesto può apparire "ripetitivo e scontato". Ed è proprio così, checché ne dica la Murgia. Okkupare non è "educativo", non più di mandare a memoria una poesia o imparare a rispettare le gerarchie. Fidatevi: invece di scimmiottare il '68, è meglio studiare e apprendere un mestiere. Perché nella vita il giovane studente di oggi sarà probabilmente l’impiegato di domani, dovrà sottostare alle regole del mondo del lavoro. Cercherà di scalarne la piramide (di potere) e se diventerà un manager non favorirà certo un "contesto di totale partirà" con dipendenti e colleghi. Toc toc, direbbe Nicola Porro. La savana del mondo reale è molto meno fricchettona di un giardino dell’Eden okkupato.

Ps: due anni fa, sempre al Virgilio, durante l'occupazione successe di tutto: rave party, consumo di droghe, bombe carta e rapporti sessuali filmati coi telefonini.

Alla faccia dell'iniziativa educativa.

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