Cronaca locale

Nuovo Cinema Palazzo, il sequestro dell'occupazione di sinistra dura soltanto due ore

Campidoglio e Regione si schierano a difesa del Nuovo Cinema Palazzo. Ma sul palco del centro culturale occupato nel 2011 da attivisti di sinistra sono salite anche le ex Br

Foto da Twitter (@Arnau1917)
Foto da Twitter (@Arnau1917)

L’ufficiale giudiziario è arrivato ieri mattina a sigillare gli ingressi del Nuovo Cinema Palazzo, a San Lorenzo. Il centro sociale, occupato da quasi dieci anni finito nella lista degli sgomberi stilata dalla prefettura.

Gli attivisti, però, spalleggiati dal vicesindaco grillino Luca Bergamo, e dalla sinistra capitolina, sono rientrati all’interno dello stabile appena due ore dopo. Gli occupanti si sono barricati di nuovo e nei prossimi giorni daranno il via ad una mobilitazione per scongiurare lo sfratto. A chiedere l’intervento della forza pubblica, è stata la società proprietaria dello stabile, l’Area Domus Srl, che ora, secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano, vorrebbe riqualificarlo e farci degli appartamenti.

Ma liberare lo spazio di via dei Sanniti non sarà facile. A difesa dei militanti che nel 2011 occuparono il cinema per evitare che venisse trasformato in una sala slot, si sono schierate anche le istituzioni. A scendere in campo per la salvaguardia dell’attività del Nuovo Cinema Palazzo è il vicesindaco di Roma Luca Bergamo. Lo stesso aveva difeso a spada tratta Spin Time Labs, l’occupazione abusiva di via di Santa Croce in Gerusalemme, divenuta celebre dopo l’intervento dell’elemosiniere del Papa. Poco importa se gli inquilini avessero un debito record con l’Acea e se all’interno andassero avanti rave in strutture non a norma e senza emettere neppure uno scontrino.

Il Nuovo Cinema Palazzo “è un presidio culturale di grande valore che non deve essere cancellato”, tuona il numero due di Virginia Raggi che chiede di “intraprendere tutte le azioni necessarie per sottrarre questa come altre vicende dalla zona di conflitto tra diritti delle proprietà di immobili abbandonati e interesse pubblico nel loro uso per scopi sociali e culturali, nello spirito che anima l'articolo 48 della Costituzione italiana”. A sottoscrivere la posizione di Bergamo c’è anche l'assessore all'Urbanistica, Luca Montuori, mentre è la presidente del II Municipio, la Dem Francesca Del Bello, ad intercedere in queste ore con la società di Frascati per convincerla a cedere i locali al Comune o alla Regione per “istituzionalizzare” l’occupazione. In pratica il Campidoglio o la Regione Lazio sarebbero disposti a riscattare il locale e consegnarlo nelle mani degli attivisti di sinistra che negli anni hanno organizzato iniziative a dir poco discutibili. Come la celebrazione del passato turbolento dell’ex brigatista rossa Barbara Balzerani, intervistata dallo storico attivista rosso Nunzio D’Erme, proprio al civico 9/A di via dei Sanniti.

Una circostanza che non distoglie dal chiedere “l’impegno di tutte le parti in campo per arrivare a soluzioni condivise” neppure la zingarettiana Marta Bonafoni. Tifano per gli attivisti anche volti noti del cinema e della tv. In prima linea per la difesa dell’esperienza c’è Sabina Guzzanti, tra quelli che forzarono gli ingressi nel 2011 e che per l’occupazione ha subito anche un processo. Tra i più battaglieri c’è pure l’attore Marcello Fonte, protagonista di Dogman. Insomma, le stesse istituzioni che chiedono lo sgombero di Casa Pound sono disposte a chiudere un occhio con i centri culturali che glorificano gli estremisti rossi che hanno scritto una delle pagine più buie della storia italiana.

Con buona pace della legalità.

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