Cronaca locale

Piano freddo, la Raggi mette 20 clochard dentro all'assessorato

La misura che fa discutere: per fare fronte all'emergenza freddo, la Raggi apre gli uffici dell'assessorato delle Politiche sociali ai clochard

Piano freddo, la Raggi mette 20 clochard dentro all'assessorato

Il freddo in città è diventato pungente. Chi dorme all’addiaccio per scelta o necessità è costretto a ripararsi dove e come può. Con risultati che spesso non si addicono a una metropoli evoluta. Alla stazione Termini, ad esempio, i dissuasori posizionati all’ingresso hanno ottenuto un unico effetto: quello di disperdere i clochard pochi metri più in là. C’è chi trascorre la notte in tenda a ridosso del capolinea degli autobus e chi dorme su materassi e cartoni nei presso dell’ingresso della metropolitana. A questo popolo di invisibili l’amministrazione comunale ha teso una mano con il Piano Freddo e il Piano Gelo.

Se prima delle misure il Campidoglio era in grado di assicurare 1.075 posti, adesso ne garantisce 1.661. Tra le strutture idonee ad accogliere i senzatetto c’è anche l’assessorato delle Politiche sociali di viale Manzoni che di giorno è un ufficio e di notte si trasforma in dormitorio. Una trovata che sta destando non poco stupore. Come racconta La Repubblica, la misura è contenuta nell’ordinanza sul maltempo firmata da Virginia Raggi il 19 dicembre scorso. I clochard accolti all’interno dell’assessorato sono venti e per loro sono state recuperate delle brandine blu come quelle utilizzate dai terremotati ad Amatrice. Non ci sono docce e i due bagni a disposiozione degli ospiti sono quelli riservati ai dipendenti. Insomma, la situazione sembrerebbe abbastanza arrangiata. Si sarebbe potuto fare qualcosa di più per la presidente del forum del Terzo settore del Lazio Francesca Danese che spiega: “Spero che presto l’immenso patrimonio immobiliare del Comune venga messo a disposizione per erogare servizi in favore delle famiglie in difficoltà così possono abbattere gli affitti passivi”.

Inoltre ci sarebbe bisogno di maggior coinvolgimento dei professionisti del settore e di uscire dalla logica dell’emergenza perenne. Per Danese, infatti, “sfruttando l’articolo 55 del codice del Terzo settore, che prevede la coprogettazione dell’accoglienza, non si parlerebbe più di emergenza freddo e non si aprirebbero più gli uffici pubblici, ma il Piano inverno verrebbe gestito dalle associazioni con dei servizi diffusi in tutta la città”. Dal canto suo il Campidoglio si è difeso chiarendo che si tratta di un servizio notturno e che “le persone vengono indirizzate ai centri diurni per usufruire delle docce e di altre attività”.

La scelta, spiegano ancora, è ricaduta sull’assessorato “per evitare di ripristinare, se non in casi di emergenza, i servizi di accoglienza nelle stazioni, dove non è possibile garantire l’uso dei servizi igienici”.

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