Cronaca locale

Rifiuti, nessuna soluzione per Roma. Per la Regione sarà emergenza fino al 2020

Alla Pisana si lavora per prorogare le misure straordinarie per far fronte all'emergenza rifiuti, mentre sono sempre di più i cittadini che chiedendo il rimborso della Tari o la evadono

Rifiuti, nessuna soluzione per Roma. Per la Regione sarà emergenza fino al 2020

Eterna come la città, a Roma l’emergenza rifiuti sembra destinata a non passare. Nei mesi caldi e nauseabondi dell’estate, di soluzione ne è stata messa in campo più d’una ma, sinora, la teoria non lasciato spazio alla pratica. E allora la famosa ordinanza con cui la Regione Lazio è intervenuta in aiuto del Campidoglio nelle fasi più critiche dell’emergenza rischia di rimanere in vigore fino al 2020.

Ad annunciarlo dalle colonne de Il Messaggero è l’assessore ai Rifiuti della Pisana, Massimiliano Valeriani. Questo significa che l’immondizia della Capitale continuerà ad esser dirottata presso gli impianti di Colleferro, Civitavecchia e Roccasecca a ritmi straordinari e con buona pace di chi abita in quei territori. Eppure tra i punti scanditi dal provvedimento della Pisana c’era la “stipula di accordi e contratti ulteriori rispetto a quelli vigenti”. Idea fissata anche nel corso della cabina di regia tra il ministro Costa, il governatore Zingaretti e la sindaco Raggi dello scorso 9 luglio. Sinora, però, sul fronte estero sembra proprio che l’Ama non abbia chiuso alcun contratto. Ci sono in ballo le opzioni Svezia e Bulgaria ma le trattarive sono ancora in fase di gestazione.

Non va meglio sul fronte nazionale. Solo le Marche si sono rese disponibili a trattare (non a smaltire) parte dell’immondizia capitolina. Per queste ragioni, annuncia Valeriani, “stiamo lavorando alla proroga dell’ordinanza regionale per tre mesi”. Ovvero fino al primo gennaio 2020. C’è da dire, però, che la municipalizzata dei rifiuti un accordo è riuscita a siglarlo. Si tratta di quello stretto oggi con e-Geos e Agenzia spaziale italiana che prenderà le mosse dal primo settembre e durerà quattro mesi. Il progetto mira a scovare attraverso la tecnologia satellitare chi abbandona rifiuti dove non dovrebbe. Le garanzie di riuscita sono incerte.

Si tratta di un esperimento che, nelle speranze del Campidoglio, dovrebbe aiutare a riportare la situazione alla normalità. Soprattutto in quei quartieri dove i marciapiedi sono ancora ingombri di rifiuti. È il caso di Pineta Sacchetti, nel quadrante nord-est della città, dove il coordinatore locale della Lega, Francesco Collarino, ha recentemente denunciato una situazione “al limite della decenza e dell’igiene pubblica”. Ma anche, spostandoci a sud, di Tor Pignattara e il Quadraro. Qui i residenti stanno raccogliendo le firme per chiedere il rimborso della Tari. Una tassa che in molti hanno già smesso di pagare.

Stando agli ultimi dati, infatti, mancherebbero all’appello più di 180 milioni di euro.

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