Cronaca locale

Roma, ciclista investito muore: sciacalli gli rubano il bancomat e prelevano

Una vicenda orrenda che sta emergendo solo ora: Fulvio, morto due giorni fa dopo essere stato investito da un tir, ha subito il furto del portafogli proprio mentre stava esalando gli ultimi respiri accasciato al bordo di via Tiburtina

Roma, ciclista investito muore: sciacalli gli rubano il bancomat e prelevano

Fulvio era appena stato investito da un tir sulla via Tiburtina a Roma mentre si dirigeva verso il centro vicino all'imbocco del Grande Raccordo Anulare. Stava esalando l'ultimo respiro quando uno sciacallo ha notato il suo marsupio, volato lontano dal corpo del 54enne, e da quel marsupio usciva un portafogli. Uno sciacallo, o forse più di uno, non ha esitato. E nonostante il ciclista fosse riverso a terra e stesse esalando l'ultimo respiro ha agguantato quel marsupio ed è fuggito con il portafogli tirando fuori la carta e dirigendosi nel primo bancomat disponibile per poter prelevare 500 euro, tetto massimo prelevabile riferisce Il Messaggero.

L'autista si era prontamente fermato per poterlo soccorrere, nonostante fosse sotto choc. Lo stesso è stato successivamente trasportato in ospedale per poter effettuare i dovuti controlli ma è risultato negativo sia all'alcol che al drug test. Proprio mentre tutto questo stava avvenendo uno sciacallo ha fatto del tutto per impossessarsi della carta del povero Fulvio e di tentare di svuotare quel conto corrente ad essa collegata. Per ora sono stati prelevati "soltanto" 500 euro. I carabinieri si sono messi immediatamente sulle tracce del ladro mentre tutti quanti gli amici si stringono intorno al dolore della famiglia: "Era un lavoratore instancabile. Come si può derubare un uomo che sta morendo?" commenta Giuseppe, suo migliore amico. Mentre la moglie dice: "Non li perdonerò mai!".

L'uomo era tutti i giorni a contatto con centinaia di giovani poiché lavorava all'interno dell'Asl Rm/B con il ruolo di infermiere professionale. Era all'interno della struttura riabilitativa di piazza Urbania dove si accolgono i giovani con problemi psichiatrici o di tossicodipendenza. Lui viene descritto da tutti come un uomo "Onesto e gentile". La passione per la bicicletta, che utilizzava ogni volta che aveva un momento libero, fin da quando era ragazzino. Alle 17 sarebbe dovuto andare insieme a suo figlio per una seduta di fisioterapia ma non è mai tornato a casa. La moglie, non vedendolo rincasare ha quindi contattato il suo migliore amico Giuseppe: "Mi sono mosso immediatamente per riuscire a capire che fine avesse fatto. Qualcuno sulla chat di ciclismo aveva scritto che c'era stato un incidente in via Tiburtina. Appena ho visto le foto della bicicletta ho capito che Fulvio era stato coinvolto. Dopo ho appreso della sua morte. Non ci volevo credere".

L'identità di Fulvio, fino a ieri mattina, non si conosceva anche a causa del furto del suo portafogli. Infatti l'uomo non aveva altri documenti con sé e il cellulare era andato in frantumi, non era stato quindi possibile contattare nessuno. È stata la moglie a spiegarlo: "Non hanno trovato i documenti ma non perché non li portasse. Questa mattina (ieri) mi sono accorta che dal conto corrente erano stati effettuati due prelievi per un totale di 500 euro". Poi la signora Debora, moglie di Fulvio, spiega al Messaggero che ha parlato con l'autista del camion che voleva suicidarsi. Non ha visto il marito.

Lei ha detto che è disposto a perdonarlo ma non potrà mai perdonare chi ha derubato suo marito.

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